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Filt Cgil, no all'immediato trasferimento delle navi da crociera a Marghera
Colombo: è un atto assolutamente ingiustificato ed irresponsabile
17 giugno 2021
In vista del prossimo bando di gara dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale per l'elaborazione di una proposta per la realizzazione e gestione di punti d'attracco posti al di fuori delle acque protette della laguna di Venezia destinati alle navi da crociera di oltre 40mila tonnellate di stazza lorda nonché alle portacontainer, la Filt Cgil teme che il governo bruci le tappe disponendo intanto l'immediato trasferimento a Marghera degli approdi delle navi da crociera, già a partire dal 5 luglio, vietando quindi il loro passaggio davanti a San Marco.
«È necessario - ha avvertito il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo - che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ci convochi urgentemente utile, per smentire quanto dovrebbe accadere entro il prossimo 5 luglio affinché l'intera portualità veneziana ed il sindacato non riprendano a manifestare per affermare le proprie ragioni a favore del lavoro e dell'economia cittadina». Quella dell'immediato trasferimento - ha spiegato il rappresentante del sindacato - è «una decisione che ci trova in totale disaccordo e che se confermata mette in discussione tutto il lavoro svolto in questi anni per contemperare le varie necessità a partire dalla salvaguardia del lavoro e dell'impatto ambientale. Come Filt Cgil nazionale, anche attraverso le strutture territoriali, abbiamo sempre favorito responsabilmente il confronto affinché si individuasse una soluzione a salvaguardia del lavoro e affinché si tenesse conto della necessità di realizzare uno specifico terminal in mare».
«Portare immediatamente tutte le navi da crociera a Marghera, travalicando lo stesso specifico provvedimento del mese scorso e pur sapendo dell'inesistenza delle infrastrutture necessarie ad accogliere i passeggeri - ha concluso Colombo - è un atto assolutamente ingiustificato ed irresponsabile. Si rischia di aprire una preoccupante stagione vertenziale che non aiuta affatto la ripresa dell'economia del territorio, oltre a pregiudicare pesantemente la ripresa del lavoro nei terminal fortemente penalizzati dalla pandemia».
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