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![](/photo/ph101298.jpg) L'Africa arriva ultima nel processo, ormai mondiale, di privatizzazione dei porti, ma questa posizione le dà il vantaggio di fruire dell'esperienza fatta altrove e di evitare quindi gli errori commessi in porti di altri continenti. Keen Marges, segretario del sindacato dei portuali dell'International Transport Workers' Federation (ITF), intervenendo su questo tema, ha detto che i porti africani potrebbero risparmiare molto denaro e guadagnare terreno rispetto all'attuale situazione.
L'ostacolo maggiore allo sviluppo dei porti africani - ha detto - è costituito dalla corruzione, che è un vero flagello non solo in questi porti, ma anche in quelli dell'America Latina, del Giappone, degli Stati Uniti e anche dell'Europa. Sradicare la corruzione è dunque nell'interesse dei lavoratori. E' importante il successo delle riforme portuali, sia per le autorità portuali che per i lavoratori, e questo richiede l'intervento delle organizzazioni sindacali per influenzare le decisioni più importanti. Ed ogni tentativo d'imporre le riforme unilateralmente escludendo i rappresentanti dei lavoratori - secondo Marges - non avrebbe successo. Il segretario dell'ITF ha però affermato che un ostacolo al successo della riforma dei porti potrebbe invece venire da vecchie strutture sindacali, che potrebbero creare competizione tra i lavoratori, la maggior parte dei quali si opporrebbe alla privatizzazione per paura di perdere il posto di lavoro.![](/images/iMfinenotizia.gif) |
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