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Il porto di Hong Kong perde traffico container, che passa al vicino porto di Shenzhen
Sono iniziati i lavori per la realizzazione del Container Terminal 9. Ma per almeno cinque anni il traffico container rimarrà invariato nel porto, passato dall'amministrazione autonoma a quella cinese
28 agosto 1999
Il porto di Hong Kong, dopo sei anni di supremazia mondiale, l'anno scorso con un traffico di 14,58 milioni di teu ha perso il titolo di primo porto container del mondo, che è stato appannaggio di Singapore, che ha registrato un traffico di 15,13 milioni di teu. Le cose sono andate leggermente meglio per Hong Kong nel primo semestre di quest'anno: infatti i container terminal a Kwai Chung hanno svolto un traffico di 4,81 milioni di teu, il 5,2 per cento più dello stesso periodo del 1998, il Modern Terminals (MTL), il secondo operatore del settore nel porto di Hong Kong, ha registrato un traffico di 1,24 milioni di teu, con un aumento del 18,3 per cento, mentre il terminal HIT, che è il primo del settore, non ha ancora comunicato i suoi consuntivi.
Ma Hong Kong ha ancora un'importante carta da giocare: nei giorni scorsi sono iniziati i lavori per la realizzazione del Container Terminal 9 (CT9), che sarà l'ultimo impianto portuale del settore che verrà costruito nell'ex territorio britannico. Il terminal sarà realizzato da un'alleanza della Hong Kong International Terminals (HIT), della Asia Container Terminals (ACT) e della Modern Terminals (MTL). Entro i prossimi cinque mesi verrà condotto uno studio sul sito sul quale dovrà sorgere l'impianto. Il CT9, che costerà 10 miliardi di dollari di Hong Kong (1,3 miliardi di dollari USA) avrà sei posti d'ormeggio con una profondità d'acqua di 15,5 metri e un'area di 68 ettari.
Il nuovo terminal ridarà ossigeno al traffico portuale, che non è previsto in ascesa. La scarsa crescita registrata dai container terminal del porto di Hong Kong nel 1998, secondo i dirigenti di molte compagnie di navigazione, è da attribuirsi all'emergente porto di Shenzhen, nella Cina meridionale. Shenzhen nel 1998 ha svolto un traffico di 1,95 milioni di teu, con un incremento del 71 per cento sul traffico del 1997. Il traffico di questo e di altri porti della Cina meridionale, secondo gli esperti delle compagnie armatoriali, non permetterà a Hong Kong di svilupparsi come negli scorsi anni e il suo traffico container rimarrà invariato per almeno i prossimi cinque anni.
Un dirigente della Orient Overseas Container Line (OOCL), la compagnia armatrice che ha sede a Hong Kong, ha affermato che la scelta come scalo delle navi dei porti della Cina continentale ridurrà le spese del trasporto interno favorendo la competitività delle esportazioni cinesi e incoraggerà le importazioni. Chiari segnali stanno intanto a dimostrare che i maggiori esportatori cinesi hanno iniziato a bypassare Hong Kong. Lo ha detto J. Denis Belisle, direttore dell'International Trade Centre di Basilea, al convegno che si è svolto a Pechino nello scorso aprile. E lo ha sottolineato Jim Poon, direttore dell'area Asia-Pacifico dell'OOCL, il quale ha segnalato che Hong Kong deve ridurre i costi portuali (tasse portuali, spese di terminal ed altri costi) di almeno il 20 per cento, se non vuol rischiare di perdere carico che andrà nei porti vicini concorrenti.
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