. Nei primo nove mesi di quest'anno - rileva un recente studio dell'International Maritime Bureau (IMB) - sono stati 174, con una diminuzione di 31 attacchi rispetto ai 205 registrati nel corrispondente periodo del 2005. In 113 casi le navi sono state abbordate ed 11 navi sono state sequestrate. I pirati hanno preso 163 ostaggi, 20 marittimi sono stati sequestrati e sei uccisi.
«Nonostante la pirateria continui ad essere fonte di grave preoccupazione - ha detto il direttore dell'International Maritime Bureau, Pottengal Mukundan - un plauso per questa benvenuta riduzione degli attacchi deve andare a quelle iniziative per rendere le normative più severe nelle aree ad elevato rischio. Il Piracy Reporting Centre (PRC) dell'IMB gioca un ruolo importante per il potenziamento delle norme offrendo informazioni dettagliate sul tipo e sul numero di attacchi così come sull'analisi di specifici trend. Per offrire queste informazioni il PRC conta sui marittimi e sugli armatori affinché segnalino gli attacchi di pirateria e li ringraziamo per la loro collaborazione».
Particolarmente allarmante continua ad essere la pericolosità delle acque del Bangladesh e della Nigeria. Nei primi nove mesi del 2006 in Bangladesh sono stati effettuati 33 atti di pirateria, di cui sono 22 andati a segno. La maggior parte degli attacchi si è verificata nei pressi del porto di Chittagong, che risulta così - osserva il rapporto - uno degli scali più pericolosi del mondo.
Nonostante il numero degli attacchi non sia stato particolarmente elevato (sei effettuati e tre tentati), la Nigeria si segnala per essere un'area particolarmente pericolosa. Infatti, nel corso di tre attacchi, sono stati sequestrati 17 marittimi ed è stato chiesto un riscatto per il loro rilascio.
Otto attacchi sono stati condotti al largo delle coste somale e, nonostante recentemente non si siano verificati nuovi incidenti, la Somalia continua ad essere un'area considerata ad elevato rischio.
Sono diminuiti gli attacchi in Indonesia, scesi a 40 dai 61 dei primi nove mesi del 2005. Tuttavia quella indonesiana è ancora l'area dove si verifica il maggior numero di attacchi del mondo.
Gli Stretti di Malacca sono stati invece cancellati dai Lloyd's di Londra dalle aree ad elevato rischio. Tale decisione - sottolinea il rapporto - è stata determinata principalmente dalle più rigorose misure di sicurezza poste in atto dalle nazioni degli Stretti.