- La Corte di Giustizia dell'Unione Europea, con sentenza emessa la scorsa settimana, ha stabilito che la Spagna, mantenendo in atto esenzioni e riduzioni delle tasse portuali nei porti nazionali, è venuta meno agli obblighi previsti dalle norme comunitarie e, in particolare, dall'art. 1 del regolamento 4055/86 che applica il principio della libera prestazione dei servizi ai trasporti marittimi tra Stati membri e tra Stati membri e paesi terzi.
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- La sentenza, emessa su ricorso della Commissione Europea, stabilisce che la Spagna ha violato tale norma comunitaria avendo mantenuto in vigore la legge n. 48 del 26 novembre 2003 relativa al regime economico e alla prestazione dei servizi dei porti di interesse generale che instaura un sistema di sgravi fiscali e di esenzioni dalle tasse portuali. Tali esenzioni e sgravi, che - ad avviso della Commissione Europea hanno carattere discriminatorio - sono riconosciuti in funzione dei porti di origine e destinazione delle navi e comportano l'applicazione di tariffe più vantaggiose in primo luogo al traffico tra arcipelaghi spagnoli o con Ceuta e Melilla, in secondo luogo al traffico tra questi porti e i porti dell'Unione Europea e, in terzo luogo, tra i porti dell'UE.
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- La Corte di Giustizia ha spiegato che la Spagna, nonostante si fosse impegnata ad emendare la normativa, non ha adottato alcuna legge che ponga fine all'inadempimento.
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