- In occasione della riunione della Commissione Porti Turistici dell'ICOMIA (International Council of Marine Industry Associations), svoltasi nei giorni scorsi a Beirut, è stato esaminato lo stato e le prospettive della portualità turistica e delle le imprese turistiche portuali alla luce della crisi economica mondiale.
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- Secondo Gary Groenwold, rappresentante della statunitense Westrec Marinas, in questo momento di crisi economica appare dominante il “Flat is up”, cioè il mantenimento dei livelli occupazionali antecedenti la crisi.
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- Nikolas Koutsodontis, rappresentante della neonata associazione dei porti turistici della Grecia, si è detto allarmato per le misure fiscali previste dal governo di Atene che - ha spiegato - potrebbero vanificare anni di sforzi promozionali per attirare i diportisti europei nelle rotte dell'Egeo.
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- Michael Horrigan amministratore di Mourjan Marinas, gruppo di investimento e gestione controllato da capitali del Qatar, ha affermato come, dopo l'implosione della bolla immobiliare negli Emirati Arabi, le gestioni dei porti abbiano dovuto virare sull'acquisizione di una clientela a maggioranza locale rispetto a quella internazionale (75% contro il 25%).
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- Più ottimista, invece, il rappresentante della FFPP (Fédération Française des Ports de Plaisance) Jean Michelle Gaigné, che ha evidenziato la persistenza lungo le coste francesi di cospicue liste d'attesa anche a causa del blocco dei progetti di nuove realizzazioni e nell'attesa dell'effettuazione di ampie riconversioni di aree portuali pubbliche dismesse, le sole dove poter ancora intervenire.
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- Anche il rappresentante della Chamber of Shipping di Istanbul, Ilkay Oigac, si è dimostrato ottimista per la prossima stagione nautica, anche se i nuovi 15.000 posti barca programmati sulla costa turca subiranno un rallentamento nella loro realizzazione.
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- Il rappresentante dell'Argentina Oscar Siches ha aggiornato la Commissione sul dibattito in corso in sede di I.S.O. (International Standard Organization) sui temi delle linee guida in corso di sviluppo a livello mondiale per un inquadramento minimo dei requisiti di funzionalità dei porti turistici.
- Dall'Asia giungono invece forti segnali di aspettativa, come ha dichiarato Yp Loke, rappresentante della Aseanarean Marine Association (AMA) di Singapore, circa i prossimi mutamenti culturali delle nuove generazioni di cinesi che stanno dedicando sempre più risorse al tempo libero con grandi prospettive anche per la nautica da diporto, anche se la maggior parte delle occupazioni del cinese medio sono ancora esclusivamente “business oriented”.
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- Roberto Perocchio, presidente della Commissione Porti Turistici dell'ICOMIA e presidente di Assomarinas, ha presentato l'analisi condotta dall'Osservatorio Nautico di UCINA Confindustria Nautica che si è dimostrata un valido riferimento per la sensibilizzazione delle pubbliche amministrazioni non solo per l'evidente ricaduta economica positiva sulle attività costiere generate dalla presenza delle marine, ma anche - ha rilevato - per l'opportunità offerta nell'orientare le scelte gestionali alle reali possibilità di spesa dei diportisti, «nonché - ha aggiunto Perocchio - sulla tipologia del consumatore che, nella maggior parte dei casi, oggi rifugge dagli “status symbol” e dai “porti turistici vetrina” per concentrarsi, invece, sul “value for money”, cioè sul corretto rapporto tra i servizi erogati e i costi sostenuti con la definitiva archiviazione degli investimenti fatti in immagine e rappresentanza».
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- Opinione comune tra i rappresentanti dell'ICOMIA è comunque risultata quella inerente l'attuale e futuro successo delle tecnologie dei “dry storage”, come principale ed immediata soluzione all'ampliamento della ricettività delle strutture portuali.
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