- Il nuovo governo dello Stato australiano del Queensland guidato da Campbell Newman, leader del Liberal National Party (LNP), ha annunciato la decisione di bloccare il piano di espansione del porto di Abbot Point, dedicato al traffico del carbone, che prevedeva di affiancare agli attuali tre terminal portuali altri sei nuovi terminal con un investimento di nove miliardi di dollari australiani ( del 1° dicembre 2011).
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- «Stava diventando impossibile negare - ha spiegato oggi il vice premier Jeff Seeney - che l'industria non era favorevole alla Multi Cargo Facility (MCF) portata avanti dal precedente governo laburista», esecutivo che era guidato da Anna Bligh. «Come governo - ha aggiunto - abbiamo la responsabilità di garantire che qualsiasi piano per il porto di Abbot Point prenda in considerazione le necessità a breve e lungo termine dell'industria».
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- Il nuovo governo conservatore, insediatosi lo scorso marzo, ha deciso invece di ridimensionare il piano attuando solo il potenziamento degli attuali tre terminal portuali, sviluppando i terminal T2 e T3 e ampliando il terminal T1. «Riteniamo - ha detto Seeney - che l'ampliamento di Abbot Point dovrebbe essere graduale. Si procederà con i terminal T2 e T3 e, mentre l'ampliamento sarà in corso, discuteremo con l'industria su quale capacità aggiuntiva è necessaria».
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- «Le proposte delineate dal governo Bligh - ha proseguito Seeney - erano irrealistiche e non attuabili. Non si sarebbero mai trasformate in realtà». «La nostra focalizzazione sui terminal T2 e T3 - ha sottolineato - costituisce un approccio più pratico ed efficace per l'ampliamento delle infrastrutture di Abbot Point».
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- Se il progetto di ampliamento di Abbot Point subisce uno stop, va avanti invece quello per la costruzione di un terminal per il carbone nel porto di Gladstone. Sempre oggi, infatti, il vice premier Seeney, che ricopre la carica di ministro per lo Sviluppo dello Stato, le infrastrutture e la programmazione, ha annunciato l'avvio della fase di consultazione pubblica sul progetto del Yarwun Coal Terminal, che prevede appunto la realizzazione di un terminal per carbone a Gladstone con un investimento di 2,2 miliardi di dollari australiani. «Il terminal progettato dalla Tenement to Terminal Limited (3TL) - ha ricordato Seeney - potrebbe esportare fino a 50 milioni di tonnellate di carbone all'anno, aggiungendosi alla progettata capacità terminalistica di Gladstone per il carbone, come al Wiggins Island, la cui prima fase è stata approvata». «Dato che la domanda di esportazioni di carbone è in crescita - ha rilevato - c'è quindi necessità di infrastrutture che soddisfino il crescente volume di produzione di carbone nel Queensland».
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