La AIATP, associazione italiana che raggruppa gli armatori del trasporto passeggeri turistico, ha lanciato un grido di allarme per la crescente insostenibilità in cui versa il comparto. «Le imbarcazioni trasporto passeggeri, i battelli, quelle che portano i turisti alle Cinque Terre, a Portofino, a fare un giro nell'arcipelago toscano, nelle isole campane, alle Eolie, alle Egadi, lungo la costa adriatica nelle splendide località della Sardegna nella laguna veneta, insomma in tutte le località dove è possibile godere di spettacoli unici solo dal mare - ha denunciato l'associazione - rischiano di scomparire».-
- Il consiglio direttivo della AIATP ha circostanziato le problematiche che stanno decimando il settore e ha indicato i provvedimenti urgenti che potrebbero, se non risolvere, almeno rendere sostenibile la situazione. Innanzitutto - ha spiegato l'associazione - la «modifica dell'articolo 8 bis della legge che regola l'imposta di valore aggiunto Dal 17 gennaio 2012 - ha precisato l'AIATP - tutte le navi che svolgono una attività commerciale (con esclusione della pesca) nell'ambito del mare territoriale (fascia marina di 12 miglia dalla costa) e della navigazione interna, non possono più usufruire della non imponibilità IVA sulla loro cessione, sull'acquisto delle forniture, materiali e apparecchiature di bordo (compreso i motori di propulsione). La norma - secondo l'associazione - potrebbe essere accettabile se tutti gli introiti fossero soggetti ad IVA perché tutto si ridurrebbe ad una mera partita di giro. Poiché il volume d'affari della maggior parte di tali aziende proviene da incassi esenti IVA (trasporto di passeggeri entro i 50 chilometri) - ha evidenziato l'associazione - la stessa, per gli effetti dell'art 19 bis comma 1 della legge 633/72, non può essere recuperata se non in minima parte, rimanendo così un costo e rendendo proibitivi anche gli interventi delle normali manutenzioni».
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- Un'altra problematica - ha proseguito l'AIATP - è la «carenza di titoli professionali conseguibili dal personale marittimo di categoria ed adeguati alle caratteristiche dimensionali e di potenza delle navi sulle quali imbarcano. L'entrata dell'Italia nella zona euro ed il recepimento delle direttive comunitarie più rivolte alle grandi navi ed ai loro equipaggi che alle modeste caratteristiche di quelle imbarcazioni che impropriamente vengono definite “navi da trasporto passeggeri”, ma che in realtà trasportano turisti lungo la costa - ha chiarito l'associazione - ha reso sempre più labile il confine fra queste due tipologie di trasporto fino a portarle quasi allo stesso livello. A nulla sono valse le indicazioni della Comunità per un trattamento più favorevole nei casi in cui la norma poteva essere non applicabile oppure troppo onerosa, per cui il rituale delle nostre istituzioni ha sempre seguito la massima del meglio “abundare quam deficere”. Il risultato è che ci troviamo oggi, per ottenere quei titoli professionali che ancora nel 2009 si potevano conseguire con sufficienti nozioni di marinaresca, a dover sostenere esami che rispondono a competenze ben più elevate di quelle che il nostro mestiere ci richiede e a dover dimostrare requisiti difficilmente ottenibili perché mai contemplati dall'ordinamento marittimo nazionale in questa categoria di piccole navi. Le motivazioni di questo disastro che ci porterà, per restare nel tema, ad un inevitabile affondamento, sono da ricercare non tanto nell'ignoranza intesa come non conoscenza del settore in questione, quanto nell'incapacità di valutarlo per la sua importanza nell'economia nazionale il cui ultimo baluardo sembra essere rimasto proprio il turismo».
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- Un'altra problematica rimarcata dall'AIATP è la «mancanza di un regolamento specifico che disciplini le unità navali di categoria. Il settore costituito esclusivamente da navi minori abilitate ad una navigazione non superiore a 20 miglia dalla costa - ha specificato l'associazione - ha caratteristiche peculiari che lo differenziano sostanzialmente dalle navi maggiori abilitate alla navigazione d'altura. Le dimensioni contenute, la navigazione limitata nel tempo e nello spazio, l'assenza di alloggi sia per i passeggeri che per l'equipaggio e la possibilità di condurre la nave senza che il locale macchina sia presidiato, collocano queste unità in un ambito particolare del trasporto passeggeri tanto da richiedere un suo particolare regolamento che possa anche eliminare quell'istituto della deroga troppo subordinato a decisioni personali».
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- Per risolvere o quantomeno attenuare l'impatto di queste problematiche sul settore, l'AIATP ha proposto alcune misure. La prima è un «censimento delle navi minori che operano nel settore turistico marittimo e di collegamento con le isole nazionali rilevandone le caratteristiche di costruzione, di potenza e di portata nonché la tipologia di navigazione a cui sono abilitate»; inoltre un «censimento delle società armatoriali che le gestiscono indicando il loro volume di affari, il numero del personale dipendente a terra e imbarcato», nonché una «revisione dei titoli professionali marittimi non ancora abrogati con eventuale inserimento di altri più rispondenti alle caratteristiche di costruzione ed alla tipologia di navigazione delle navi di cui trattasi».
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- L'associazione auspica anche «un corretto uso della direttiva comunitaria per quanto concerne l'emanazione di norme meno restrittive quando queste risultano troppo onerose o poco applicabili» e una «riconsiderazione del provvedimento di modifica dell'art.8 bis della 633/72 in funzione anche di una diversa possibilità di recupero dell'IVA senza che debba rimanere solo un costo per chi la versa».
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- Infine l'AIATP propone di «individuare le associazioni che rappresentano la categoria accreditando quella che per numero di società iscritte può esprimere il maggior consenso comune» e di «avviare con quest'ultima un percorso di riconsiderazione ed eventuale revisione della materia che riguarda tali navi minori ed il personale che le equipaggia».
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- «Ritengo - ha rilevato il capitano di lungo corso Antonio Bozzo della Navigazione Golfo Paradiso di Camogli, che è segretario generale e presidente onorario dell'AIATP - che, nonostante la pressione fiscale e contributiva pesi in modo preponderante sulla gestione delle singole società di armamento, i provvedimenti auspicati , che sono a costo zero, possano invertire l'andamento negativo delle società stesse contribuendo al rilancio dell'economia nazionale».
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