- Paradossalmente nell'assoluto disinteresse, o almeno in quello che appare essere tale, dei cantieri navali europei, in primis dell'associazione di categoria SEA Europe, sono gli armatori a premere affinché le navi vengano demolite secondo standard che dovrebbero essere quelli propri degli stessi stabilimenti cantieristici dell'Unione Europea.
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- Oggi l'associazione degli armatori europei si è nuovamente attivata chiedendo una rapida ratifica della International 2009 Hong Kong Convention for the Safe and Environmentally Sound Recycling of Ships (HKC) che ha l'obiettivo di far sì che le navi che hanno raggiunto la fine della loro vita operativa vengano demolite e riciclate con modalità che non pongano alcun rischio per la salute e la sicurezza umana o per l'ambiente.
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- L'European Shipowners' Community Associations (ECSA) ha spiegato che gli sforzi in atto affinché la Convenzione HKC venga ratificata si sono impantanati a causa dell'entrata in vigore dei criteri della Convenzione che richiedono che sia i più importanti Stati di bandiera sia gli Stati che sono più attivi nel settore della demolizione navale si impegnino entrambi a rispettare i requisiti della HKC, fatto che conduce ad una situazione in cui le due parti si pongono in attesa con l'obiettivo di anticipare le mosse eventualmente attuate della controparte. Secondo l'associazione degli armatori dell'UE è quindi necessario che la Commissione Europea e gli Stati dell'Unione Europea esortino tutti gli Stati membri dell'International Maritime Organization (IMO) a ratificare la Convenzione HKC.
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- Inoltre, in una specifica presa di posizione presentata oggi, l'European Shipowners' Community Associations (ECSA) chiede un'applicazione appropriata del regolamento UE 1257 del 2013 (SRR) sul riciclaggio delle navi in modo tale che ciò agisca come leva incentivando i cantieri di demolizione navale a conformarsi ai requisiti previsti dalla convenzione HKC.
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- Gli armatori europei ritengono che il regolamento sul riciclaggio delle navi dell'UE adottato nel 2013 possa diventare uno strumento prezioso nell'indurre i più grandi cantieri di demolizione navale del mondo ad avvicinarsi agli standard della Convenzione HKC consentendo loro di richiedere l'inclusione del cosiddetto elenco europeo degli impianti di riciclaggio delle navi, approvato dall'UE, che include i cantieri dove le navi battenti bandiera UE possono essere demolite e riciclate.
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- Nel documento l'ECSA sollecita anche l'industria dello shipping ad assicurare un corretto riciclo delle navi, in particolare durante il periodo di transizione che precede l'entrata in vigore della convenzione HKC e la piena applicazione del regolamento SRR dell'UE.
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- «Dobbiamo fare in modo - ha spiegato il segretario generale dell'ECSA, Patrick Verhoeven - che la Convenzione di Hong Kong venga ratificata il più presto possibile. Essa - ha ricordato - pone obblighi chiari a tutti gli operatori e a tutte le parti dell'International Maritime Organization per assicurare che il riciclaggio delle navi non comporti inutili rischi per la salute umana, la sicurezza e l'ambiente».
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- In merito all'istituzione dell'elenco europeo degli impianti di riciclaggio delle navi, Verhoeven ha evidenziato che «la Commissione deve porre in atto una procedura inclusiva che consenta a tutti i cantieri di avere la possibilità di richiedere l'ammissione all'elenco. Ciò - ha rilevato il segretario generale dell'ECA - darebbe loro un forte incentivo a cambiare e a migliorare le loro attività avvicinandole ai livelli di qualità della HKC».
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- Circa la responsabilità degli armatori affinché garantiscano il corretto riciclo delle loro navi, soprattutto durante il periodo transitorio prima dell'entrata in vigore della HKC e l'applicazione del regolamento SRR dell'UE, Verhoeven ha chiesto a tutti gli armatori «di agire in buona fede e di elaborare piani per riciclare le loro navi in modo socialmente responsabile e trasparente. In primo luogo - ha specificato - ciò significa che gli armatori dovrebbero assicurare in maniera tempestiva la predisposizione o l'aggiornamento di accurati inventari dei materiali pericolosi. Noi - ha concluso - li incoraggiamo anche a fare già uso su base volontaria dell'elenco dei cantieri di demolizione autorizzati dall'UE e ad impegnarsi in un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate».
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