- L'International Chamber of Shipping (ICS) critica alcune iniziative unilaterali assunte dagli USA e dall'Unione Europea in tema di trasporto marittimo.
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- Secondo l'associazione armatoriale internazionale, la differenza tra la normativa per il controllo e la gestione delle acque di zavorra che è applicata negli Stati Uniti e la Convenzione sul medesimo tema adottata dall'International Maritime Organization (IMO) il 13 febbraio 2004, e non ancora entrata in vigore dovendo essere ratificata da almeno 30 nazioni che rappresentano il 35% del tonnellaggio mercantile mondiale, rischia di produrre un'estrema confusione e di costituire un problema insormontabile per il regolare svolgimento dei traffici marittimi con gli USA.
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- Lo ha sottolineato oggi il presidente dell'ICS, Masamichi Morooka, intervenendo a Singapore al forum sul tema “Maritime regulatory landscape - 2015 and beyond” organizzato dalla Singapore Shipping Association (SSA) assieme all'ICS.
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- «Che ci piaccia o no - ha spiegato Morooka - la realtà politica è che la Convenzione IMO è destinata probabilmente ad entrare in vigore nel breve più che nel lungo termine e quindi dovremo adeguarci. Ma il conflitto tra le normative dell'IMO e degli Stati Uniti, insieme con la carenza di sistemi pienamente approvati dagli Stati Uniti, potrebbe produrre un problema inestricabile per cui alcune navi potrebbero non essere in grado di operare nelle acque statunitensi se la Convenzione IMO entrerà in vigore prima che gli Stati Uniti approvino sistemi che siano disponibili commercialmente. Il problema - ha chiarito il presidente dell'ICS - è che gli Stati Uniti hanno adottato una procedura per l'approvazione di apparecchiature per il trattamento dell'acqua di zavorra che è differente da quella adottata dall'IMO. Su richiesta del settore dei trasporti marittimi, guidato da ICS, l'IMO ha accettato di rendere la procedura di omologazione IMO più rigorosa, ma anche di sollecitare i governi a non penalizzare gli armatori che in buona fede hanno installato sistemi di prima generazione. Però - ha precisato Morooka - gli Stati Uniti non saranno una parte della Convenzione internazionale».
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- L'ICS ha evidenziato che in base alle vigenti normative statunitensi, che vengono fatte rispettare dall'US Coast Guard, gli armatori che hanno installato sistemi omologati IMO, ad un costo compreso tra uno e cinque milioni di dollari per ciascuna nave, potrebbero essere costretti a sostituire interamente il sistema dopo soli cinque anni e ciò costituisce fonte di particolare preoccupazione per gli armatori che hanno installato sistemi ai raggi ultravioletti per la disinfezione delle acque di zavorra. «Ciò - ha rilevato Morooka - è un esempio della situazione molto grave che può verificarsi quando le nazioni decidono unilateralmente di adottare norme marittime».
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- Inoltre Morooka ha criticato la decisione dell'Unione Europea di anticipare l'esito degli negoziati in corso presso l'IMO sulla raccolta di dati globali sulle emissioni di CO2 generate dal trasporto marittimo adottando unilateralmente, prima della conclusione dei lavori in sede IMO, un regolamento sul monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni di anidride carbonica prodotte dal settore dello shipping, procedura che sarà applicata anche alle navi di bandiera non UE che vengono impiegate nei servizi con l'Europa (inforMARE del 17 dicembre 2014).
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- «Fino ad ora, con il sostegno del settore - ha osservato il presidente dell'ICS - i negoziati IMO stavano procedendo bene. Ma c'è il pericolo che l'iniziativa europea sia percepita da nazioni non UE come un tentativo di presentare loro un fatto compiuto». Morooka ha specificato che «ciò include questioni controverse come la pubblicazione di dati commercialmente sensibili sull'efficienza delle singole navi, un'ipotesi che lo scorso ottobre, nel corso del Marine Environment Protection Committee (MEPC) dell'IMO, era stata rigettata dalla maggioranza dei governi».
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- «Dato le trattative in sede IMO sulle ulteriori misure per ridurre le emissioni di CO2 continueranno - ha sottolineato Morooka - per gli Stati membri dell'UE sarà di vitale importanza spiegare come il nuovo regolamento UE possa essere implementato in modo tale da risultare pienamente compatibile con quello che potrebbe essere approvato dall'IMO per un'applicazione globale, nell'interesse di evitare l'inutile complicazione prodotta da un regime regionale separato».
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