- La statunitense Global Ship Lease (GSL), che ha una flotta di 18 navi portacontenitori di capacità compresa tra 2.200 e 11.000 teu di cui 15 noleggiate alla compagnia francese CMA CGM e tre alla Orient Overseas Container Line (OOCL) di Hong Kong, ha chiuso il 2016 con una perdita netta di -65,1 milioni di dollari rispetto ad una perdita netta di -28,9 milioni di dollari nell'esercizio annuale precedente. Sul risultato del 2016 pesano oneri per riduzione del valore delle navi della flotta pari a -92,4 milioni di dollari rispetto ad analoghi oneri per -44,7 milioni di dollari nel 2015.
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- Lo scorso anno i ricavi sono ammontati a 166,5 milioni di dollari, in crescita del +1,0% sull'anno precedente. Il risultato operativo è stato di segno negativo per -20,5 milioni di dollari rispetto ad un utile operativo di 19,2 milioni di dollari nel 2015.
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- Nel solo quarto trimestre del 2016, periodo nel quale è stata registrata un'impairment loss per la svalutazione di navi della flotta pari a -63,1 milioni di dollari rispetto a nessuna svalutazione registrata nel corrispondente periodo del 2015, Global Ship Lease ha totalizzato ricavi pari a 41,4 milioni di dollari, con una diminuzione del -5,9% sul trimestre ottobre-dicembre dell'anno precedente. Risultato operativo e risultato netto sono stati entrambi di segno negativo e pari rispettivamente a -44,9 milioni e -54,3 milioni di dollari rispetto a risultati di segno positivo per 19,4 milioni e 7,0 milioni di dollari nell'ultimo trimestre del 2015.
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- L'amministratore delegato della compagnia americana ritiene che prossimamente lo stato del mercato in cui opera GSL mostrerà dei miglioramenti: «se globalmente il mercato continua a sperimentare una significativa pressione - ha spiegato Ian Webber - noi continuiamo ad essere incoraggiati dalle prospettive a lungo termine per le navi di media dimensione e per le navi di classe inferiore che sono al centro della strategia di Global Ship Lease. Le dinamiche della domanda e dell'offerta per queste navi - ha chiarito - continuano a muoversi verso uno stato di equilibrio a seguito dei livelli record della demolizione di navi, di un orderbook fortemente sbilanciato verso navi molto grandi e della continua crescita dei traffici su rotte non primarie sulle quali sono impiegate le nostre navi».
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