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Il governo francese ha presentato un piano per la creazione di grandi sistemi portuali nazionali
Entro l'inizio del 2021 un'unica autorità gestirà i porti di Le Havre, Rouen e Parigi. Costituzione di una GIE per coordinare le attività dei porti mediterranei. Possibile assegnazione della gestione dei porti atlantici alle autorità locali
19 novembre 2018
Entro il 1° gennaio 2021 i tre porti di Le Havre, Rouen e Parigi, situati lungo il corso della Senna, saranno amministrati da un'unica autorità portuale. Lo ha annunciato giovedì scorso il premier francese Édouard Philippe in occasione della riunione a Dunkerque del Comité Interministériel de la Mer (CIMer), organismo che ha il compito di indirizzare la politica del governo in materia marittima.
Philippe ha ricordato che «il sistema della valle della Senna è oggi il più integrato, dato che i porti di Le Havre, Rouen e Parigi collaborano dal 2012 nell'ambito della struttura denominata Haropa» ( del 23 gennaio 2012). «È tempo - ha spiegato il primo ministro - di passare ad un'integrazione ancora più accentuata, in base alla richiesta dagli utenti portuali di avere una vera unità di comando e di strategia su tutto il grande bacino parigino e di creare un insieme di dimensioni pari agli altri porti del Northern Range. Il governo - ha specificato Philippe - ha quindi deciso di fondere i tre porti di Le Havre, Rouen e Parigi sotto un ente pubblico che sarà dotato di tre sedi territoriali, un unico organismo pubblico che avrà ovviamente presenze territoriali che dovrà essere operativo al più tardi il 1° gennaio 2021».
«Ho chiesto al ministro dei Trasporti - ha aggiunto il premier francese - di avviare nei prossimi tre mesi una consultazione con tutte le parti interessate, con i rappresentanti del personale, con le autorità locali e con gli attori economici sulle modalità specifiche di questa fusione, sugli elementi da prendere in considerazione per coinvolgere maggiormente le parti locali nelle decisioni che possono essere assunte e che le riguardano direttamente». Philippe ha reso noto che sarà nominato un commissario alla fusione che dall'inizio del 2020 sarà incaricato tra l'altro di definire le regole per il funzionamento del nuovo ente, di elaborare un piano strategico del nuovo sistema portuale e di proporre accordi sugli obiettivi pluriennali tra il sistema portuale e lo Stato.
Un'iniziativa analoga, anche se non attuata attraverso la fusione di autorità portuali, sarà attuata anche relativamente agli scali portuali francesi del Mediterraneo e del sistema fluviale del Rodano-Saona. Il primo ministro ha spiegato che, «per quanto riguarda il sistema portuale del Rodano-Saona, la sfida principale è quella di unificare in modo migliore il fronte portuale della costa mediterranea e di collegare il più possibile il porto di Lione. A metà del 2019 - ha annunciato Philippe - proporremo la creazione di un Gruppo di Interesse Economico che riunirà i porti di Marsiglia, Sète, Tolone, Port la Nuovelle, Nizza e Port Vendres. In un secondo momento verrà associato anche Lione. Questo GIE avrà il compito di migliorare il coordinamento sui temi dell'innovazione, dell'assetto del settore delle riparazioni navali convenzionali e della nautica da diporto e della promozione di nuovi traffici di merci e di container».
Il primo ministro ha precisato anche la posizione del governo relativamente alla gestione dei principali porti sulla costa atlantica: «un anno fa - ha ricordato Philippe - ho detto che il governo avrebbe valutato favorevolmente le richieste delle comunità che intendessero assumerne la gestione. Da allora ci sono stati scambi di opinioni. Proporremo e chiederemo alle autorità territoriali competenti, e in particolare ai consigli regionali, penso al Consiglio regionale della Nuova Aquitania, al Consiglio regionale dei Paesi della Loira - ha aggiunto il premier - di assumere decisioni formali su come prevedono di gestire queste strutture portuali. Relativamente alla questione se vogliono assumerne il controllo o assicurarne lo sviluppo - ha chiarito Philippe - ovviamente non decideremo nulla senza che abbiano formulato le loro richieste e, se lo desiderano, potremo discutere delle condizioni. Se non vorranno assumerne la gestione - ha concluso il primo ministro - ovviamente lo Stato rimarrà al timone di queste grandi infrastrutture portuali».
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