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Musso (Grendi) chiede soluzioni più stabili per il rilancio del Porto Canale di Cagliari
Ricordando la volontà del suo gruppo di effettuare nuovi investimenti, ha denunciato che, «per ora, è tutto fermo a causa di desueti vincoli paesaggistici»
3 ottobre 2019
Soluzioni più stabili per il rilancio del Porto Canale di Cagliari. Le chiede l'amministratore delegato di Grendi Trasporti Marittimi, Antonio Musso, in occasione dello scalo odierno al terminal gestito dalla filiale dell'azienda Feeder and Domestic Service nel porto di Cagliari della Avra Miteras del gruppo Mediterranean Shipping Company (MSC), una portacontainer della capacità di oltre 1.100 teu da cui sono stati sbarcati 184 contenitori e ne sono stati imbarcati 121.
«L'accoglienza della nave MSC nel terminal Grendi di Cagliari - ha sottolineato Musso - è un'ulteriore manifestazione della volontà della nostra compagnia di investire sul rilancio di Porto Canale. Questo nuovo accordo con le navi dell'armatore Aponte è l'espressione concreta di che cosa vuol dire fare sistema per dare nuova linfa ai traffici sardi e non fare estinguere definitivamente la possibilità per le imprese sarde di avere un collegamento diretto con i mercati internazionali».
Specificando che se «Grendi fa la sua parte per la soluzione del problema del porto di Cagliari come altri operatori e in linea con l'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, la Capitaneria di Porto e la Dogana», Musso ha evidenziato che, «perché si possa parlare di un vero rilancio di Porto Canale, però, non bastano queste soluzioni temporanee. Occorrono soluzioni più stabili che permettano di sfruttare le infrastrutture presenti, dando la possibilità al mercato sardo di poter contare, in maniera duratura, su una rete efficiente di trasporto container rivolta al mercato estero».
«In passato - ha ricordato Musso - questo traffico a Cagliari ha raggiunto il valore di 50.000 teu e questi sono numeri che non possono essere trascurati. La mancanza di un collegamento diretto con le reti di distribuzione internazionale porterebbe un handicap significativo, sia economico che in termini di tempo, allo sviluppo del tessuto produttivo sardo. Il gruppo Grendi da ora raccoglie la sfida per gestire questo traffico». Ricordando anche gli investimenti effettuati nel porto sardo dal gruppo, che inoltre «da tempo manifesta la volontà di raddoppiare l'impegno a Cagliari e di costruire un secondo magazzino che avrebbe importanti ricadute occupazionali», Musso ha recriminato che, «per ora, è tutto fermo a causa di desueti vincoli paesaggistici».
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