- La Bermuda Civil Aviation Authority (BCAA) ha annunciato di non essere più in grado di affermare con certezza se gli aeromobili russi per i quali ha rilasciato il certificato di aeronavigabilità sono tuttora idonei al volo. Una comunicazione, quella giunta dall'autorità responsabile di sovrintendere alla regolamentazione e alla sicurezza dell'aviazione nelle Bermuda e di tutti gli aeromobili immatricolati nel Registro Aeronautico delle Bermuda, che ha un notevolissimo impatto sul trasporto aereo russo in quanto un numero consistente di velivoli impiegati è iscritto proprio in questo Registro. Secondo l'agenzia di stampa russa “Interfax”, molti aeromobili russi, flotta che è costituita principalmente da aerei prodotti da Boeing e Airbus, sono immatricolati all'estero, e la gran parte di questi - circa 745 - sono iscritti nel Registro Aeronautico delle Bermuda. Impatto che tuttavia si è già verificato indipendentemente dalla decisione della BCAA in quanto le compagnie aeree russe a partire dall'Aeroflot, stante lo stato di guerra tra Russia e Ucraina e le ripercussioni sulla comunità internazionale, hanno già sospeso quasi tutti i voli internazionali.
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- Annunciando la decisione di non poter più assicurare l'idoneità di questi aeromobili alla navigazione, la BCAA ha specificato che le sanzioni internazionali al settore dell'aviazione hanno avuto un impatto significativo sulla capacità di farsi carico della sorveglianza della sicurezza degli aeromobili iscritti nel Bermuda Aircraft Registry che sono operati dalla Russia. A seguito di ciò, la BCAA ha reso noto che a partire dalla mezzanotte di sabato ha provvisoriamente sospeso tutti i certificati di aeronavigabilità di questi aeromobili ai sensi dell'articolo 83bis dell'accordo tra le Bermuda e la Federazione Russa, sospensione che ha avuto effetto immediato dopo l'atterraggio.
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- Ma la questione dell'aeronavigabilità della flotta aerea russa non si limita alla sua certificazione. Da parte russa c'è da affrontare anche il problema di una flotta che è formata in gran parte da velivoli prodotti dall'americana Boeing e dall'europea Airbus. Il problema è stato sollevato, pur con tutte le cautele del caso dato che si trattava di un incontro con il presidente della Russia, da alcune pilote delle compagnie aeree russe in occasione di una visita di Vladimir Putin al centro di addestramento aeronautico della Aeroflot a Mosca avvenuto il 5 marzo.
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- Dalla nota alla stampa sull'esito della visita diffusa dal Cremlino bisogna certo sceverare la parte propagandistica dalle reali questioni che preoccupano gli addetti dell'aviazione commerciale russa. Bisogna quindi soprassedere a molti di quesiti posti a Putin e a molte delle sue risposte, a partire dalla prima formulata da Maria Kotova, una copilota di un Airbus A320 della Aeroflot, che ha posto una domanda sulla situazione in Ucraina. In qualsiasi parte del mondo un lavoratore o un dirigente di un'impresa avrebbe certo chiesto delucidazioni su una crisi bellica così drammatica, ma Kotova l'ha fatto iniziando così: «sosteniamo tutte le vostre azioni, sosteniamo lo svolgimento dell'operazione speciale che attualmente si sta svolgendo lì. E, ovviamente, la domanda più importante che ultimamente ognuno di noi, in un modo o in un altro, si sta ponendo: perché è iniziata questa operazione speciale e poteva davvero essere evitata? Con la ragione comprendiamo e sosteniamo assolutamente le vostre azioni, ma il nostro cuore di donne (sic, ndr) è preoccupato per i parenti, per i propri cari, per coloro che sono rimasti in Ucraina. Sappiamo che la popolazione civile non sta soffrendo (sic, ndr). Ma tuttavia vorremmo che tu ci rassicurassi: cosa ci aspetta alla fine di questo percorso? Come dovrebbe finire l'operazione militare in Ucraina?».
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- Lanciata la palla, Putin ha risposto con un fiume di parole ribadendo tutte le accuse formulate in queste ultime settimane all'Ucraina e all'Occidente, menzionando gli eventi in Crimea e nel Donbass e la possibile e invocata adesione dell'Ucraina alla NATO. Ma tralasciando questa ed altre questioni, come quelle sulla pretesa volontà di denazificare l'Ucraina e similari, si è parlato anche delle concrete difficoltà del settore dell'aviazione civile russa iniziate con la pandemia di Covid-19 ed ora con la chiusura dei cieli di molte nazioni agli aerei russi: «cosa faremo ora?», ha replicato Putin. «Ovviamente aumenteremo il trasporto interno e opereremo su destinazioni estere laddove rimarranno aperte, e cercheremo di modificare la situazione. Sapete - ha aggiunto il presidente russo - in questo caso ci sono anche degli svantaggi, ovviamente, perché ci sono disagi per le persone, ma - ha precisato Putin - ci sono anche vantaggi in termini di sviluppo della nostra infrastruttura. Svilupperemo la nostra aviazione, costruiremo nuovi aeromobili come l'MS-21, il 114-300, il Baikal e via di seguito. Svilupperemo ulteriormente la rete degli aeroporti. Abbiamo un programma completo per lo sviluppo della rete degli aeroporti. Penso che includa 57 aeroscali e 60 altre iniziative. Di cosa si tratta? Si tratta di sviluppare le infrastrutture in tutti i loro aspetti, costruendo nuove piste e via di seguito. Questo si chiama “connettività territoriale del paese”. Si tratta di molto lavoro, ma è un ennesimo impulso allo sviluppo, inclusa l'industria e le infrastrutture, come abbiamo fatto in passato prestando particolare attenzione allo sviluppo dell'agricoltura».
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- Quanto alla questione degli aeromobili - problema serio, dato che la flotta russa è appunto costituita in gran parte di aerei Boeing e Airbus - a porre la domanda è stata Yulia Valilevskaya, pilota dell'Aeroflot, con una premessa della serie “mettere le mani avanti non guasta” necessaria probabilmente dato che il suo quesito verteva su una difficoltà reale, grave e imminente. «Inizierò la domanda menzionando il noto aeromobile MS-21», ha esordito Valilevskaya riferendosi al nuovo bireattore che dovrebbe diventare operativo quest'anno e che è stato sviluppato dalla russa Irkut Corporation in collaborazione, però, con partner esteri che hanno fornito componenti chiave del velivolo. «L'aereo - ha sottolineato Valilevskaya - è sicuramente buono, perché quanto a tecnica e a tutte le altre caratteristiche non è inferiore ai corrispondenti stranieri. Ma, nel contempo, la nostra compagnia non sarà in grado di cambiare i Boeing e gli Airbus dall'oggi al domani. Come pilota di Airbus - ha detto senza mezzi termini - sono preoccupata per il futuro della nostra flotta. A questo proposito, ho la seguente domanda: in che modo l'industria aeronautica opererà nel prossimo futuro quando le società di leasing vorranno riprendere i nostri aeromobili? E come verrà effettuato l'acquisto dei pezzi di ricambio più importanti per la tempestiva manutenzione e riparazione degli aeromobili della nostra flotta?».
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- «Hai rilevato - è stata la risposta di Putin - che l'MS-21 non è inferiore ai concorrenti occidentali. È migliore sotto molti aspetti, davvero migliore: la sua fusoliera è più larga, è più comodo sedersi tra i sedili, c'è più spazio per i bagagli. È certamente migliore». Il presidente russo ha comunque accusato che i concorrenti della Russia di essersi comportati in modo vergognoso includendo nelle sanzioni materiali e componenti «che nulla hanno a che fare con l'industria della difesa, con il pretesto che sono a duplice uso». Che tra le diverse strategie di Putin per difendere la Russia dall'Occidente ci sia anche quella autarchica sembra confermato da queste e numerose altre affermazioni del presidente russo: «quando le circostanze ci costringono a fare qualcosa - ha detto Putin - lo facciamo e lo otteniamo. È lo stesso con l'MS-21, che ha un motore PD-14 (che è fabbricato dalla russa United Engine Corporation, ndr), che non solo non è inferiore, ma in realtà è migliore sotto molti aspetti. Sì, ci vorrà ancora un po' di tempo, qualche mese, e l'aeromobile sarà spinto da motori prodotti in Russia. L'aereo sarà completamente nostro, moderno e di fabbricazione russa». La Russia, evidentemente, secondo Putin non deve solo proteggersi militarmente dall'Occidente, ma deve essere completamente autonoma anche in campo industriale ed economico.
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