Il futuro non è promettente né per chi opera portacontainer né per chi è proprietario di questa tipologia di navi. Lo evidenzia l'ultimo rapporto sul settore dello shipping containerizzato dell'associazione armatoriale internazionale BIMCO che illustra gli ultimi sviluppi del mercato, caratterizzato com'è da valori dei noli marittimi, contrattualizzati e spot, che sono in forte discesa, pur rimanendo tuttora superiori ai livelli pre-pandemia, e da una diminuzione della domanda e un concomitante aumento dell'offerta determinato dalla riduzione della congestione.
Il rapporto osserva che in futuro l'offerta di stiva è destinata a crescere assai più velocemente della domanda e BIMCO ritiene che l'equilibrio fra domanda e offerta peggiorerà sia nel 2023 che nel 2024. In particolare, si stima che lo squilibrio tra domanda e offerta di stiva potrebbe crescere di circa un milione di teu sia il prossimo anno che nell'anno successivo. Uno scenario che indurrà le compagnie di navigazione a ridurre la consistenza delle loro flotte. Un trend che, secondo il BIMCO, potrebbe essere provocato anche dalla volontà dei carrier marittimi di evitare un ritorno ai livelli dei noli del 2019, regressione che - ha rilevato l'associazione - non può che essere contrastata se non impedendo che il tasso di utilizzo della capacità delle navi scenda molto al di sotto del 95%. Tuttavia, nel tentativo di riempire le navi per avvicinarsi a questa quota, gli operatori potrebbero convincersi anche a raschiare il fondo del barile pur di racimolare carichi, cosa che condurrebbe inevitabilmente ad ulteriori riduzioni delle tariffe di trasporto marittimo.
A rischiarare un poco queste prospettive che appaiono assai fosche, almeno con riferimento alla recente fase eccezionalmente positiva del mercato, il BIMCO specifica che un aumento del numero di navi destinate alla demolizione e il rinvio della consegna di navi ordinate ai cantieri navali potrebbe ridurre l'indebolimento dell'equilibrio fra domanda e offerta.