Federagenti denuncia che i porti italiani sono tagliati fuori
dai 44 progetti internazionali dei green corridor. I corridoi a cui
fa riferimento la federazione degli agenti marittimi italiani sono
quelli individuati dalla Getting to Zero Coalition, piattaforma
formata da imprese dei settori marittimo, dell'energia, delle
infrastrutture e della finanza che fa capo al Global Maritime Forum
e il cui scopo è di promuovere la decarbonizzazione
commercialmente sostenibile del trasporto marittimo. Sono corridoi
che in molte parti coincidono con quelli presi in considerazione
dalla Zero-Emission Shipping Mission, l'iniziativa pubblico-privata
per promuovere la decarbonizzazione del trasporto marittimo che,
oltre al Global Maritime Forum, vede tra i membri i governi di
nazioni dell'Europa nord-occidentale, degli USA, dell'Africa
(Marocco), del sud-est asiatico (India e Singapore) e
dell'Australia.
I corridoi, diversi allo stato embrionale, collegano alcuni dei
principali hub portuali mondiali e Federagenti sottolinea che non vi
figura un singolo porto italiano. In particolare, la federazione
italiana evidenzia che nella lista dei 20 corridoi internazionali
solo uno transita nel Mediterraneo, sfiorando le coste italiane ma
solo per collegare la Cina con i porti del northern range via Suez,
stretto di Sicilia e Gibilterra. «Non si tratta - lamenta il
presidente di Federagenti, Alessandro Santi - di documenti segretati
che dovrebbero far sobbalzare i decisori pubblici, ma è tutto
scritto nero su bianco sul documento pubblicato dall'organizzazione
mondiale Global Maritime Forum ed in particolare dalla sua diretta
emanazione la Getting to Zero Coalition che raggruppa 171 soggetti
pubblici e privati interessati alla decarbonizzazione dello
shipping, sul tema dei green shipping corridor».
«Considerando - la complessità per lo shipping di
sostituire i carburanti fossili facilmente distribuibili e
stoccabili a prezzi contenuti in tutte le aree mondiali interessate
dallo shipping - spiega Santi - la strategia messa in campo dalla
coalizione Getting to Zero ha appunto lo scopo di rendere
sostenibile la transizione senza interrompere le supply chain: sono
stati definiti 14 corridori mono fuel (metanolo e ammoniaca per
primi) e otto multi fuel. L'Italia - denuncia il presidente della
federazione degli agenti marittimi - non può essere assente
da questo dibattito e se pensa di continuare ad avere un ruolo deve
recuperare il terreno perso e difendere i propri porti e la propria
indipendenza economica e strategica».
«Se è vero - conclude Santi - che prevenire è
meglio che curare, o che gestire un cambiamento è preferibile
a subirlo passivamente, allora crediamo che Federagenti debba
continuare nella sua azione di denuncia e stimolo. Con l'obiettivo
di scongiurare il rischio di subire conseguenze indesiderate, senza
aver tentato di evitarle in tempo utile, attraverso dialogo e azioni
incisive nei momenti e modi appropriati (si pensi ai temi delle
concessioni o dell'ETS, per citarne alcuni recenti)».