In una nota USB Mare e Porti ha denunciato di non essere stata
ammessa a partecipare al tavolo di rinnovo del contratto collettivo
nazionale di lavoro dei porti nonostante la rappresentanza del
sindacato fosse conforme a quanto stabilito dalle parti. Inoltre,
riferendosi a quanto previsto dall'ipotesi di accordo sottoscritta
nei giorni scorsi
(
dell'
8
e
8
ottobre 2024), USB Mare e Porti ha contestato l'annunciato recupero
del potere d'acquisto del salario dei lavoratori portuali e le
modalità con cui i lavoratori portuali sono stati chiamati ad
esprimere il loro voto: se «a Genova, ovvero l'unico porto
dove i verbali sono stati resi pubblici il risultato delle 15
aziende coinvolte: su 2.035 lavoratori aventi diritto, hanno votato
1.437 lavoratori (il 70,61% degli a.d.) e 922 (64,16%) si sono
espressi contrari all'ipotesi di accordo, bocciandolo
clamorosamente» - ha affermato l'organizzazione sindacale - «a
Trieste non ci sono dati ufficiali delle singole aziende ma è
stato pubblicato solo dato cumulativo dei porti di Trieste e
Monfalcone dove ha prevalso il sì al contratto, ma le notizie
da Trieste riportano l'affermazione del no nelle più grandi
aziende Adriafer, TMT e ALPT. A Livorno - ha denunciato ancora USB
Mare e Porti - non è stata fatta votare la compagnia ALP ex
art.17 con le Rsu che hanno convocato votazioni autonome che stanno
certificando il no al Ccnl a larga maggioranza. In Terminal Darsena
Toscana (TDT), sette lavoratori su otto si sono astenuti dal voto e
in altre aziende l'affluenza è stata molto bassa, anche se in
questi casi prevale il sì. Al porto di Gioia Tauro e Palermo
non risulta esserci stata alcuna votazione. A questo momento mancano
i dati dai porti di Venezia, Ravenna, La Spezia, Savona,
Civitavecchia, Salerno, Napoli, Gioia Tauro».
«Quello che emerge - prosegue la nota - è una
consultazione illegittima nella discussione del Ccnl la cui
applicazione riguarda tutti i lavoratori portuali e dovrebbe essere
votata da tutti e tutte. Questa operazione è stata portata
avanti senza un metodo comune e in alcuni casi senza neanche una
votazione ufficiale, come nel caso di assemblee non chiamate, di
assemblee chiamate senza verifica dei numeri, di votazioni senza
quorum e altre amenità del genere. In ogni caso, emerge netto
un vasto dissenso contro questa ipotesi di contratto nazionale, che
manifesta insoddisfazione in particolare per il dato economico di un
accordo calato dall'alto». «Siamo certi - conclude la
nota di USB Mare e Porti - che l'ipotesi di Ccnl verrà
ritenuta approvata nella peggiore tradizione sindacale di questo
Paese».