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ASSICURAZIONI
Se i rischi tradizionali per la navigazione si stanno attenuando, aumentano altri pericoli
Pubblicato il “Safety and Shipping Review 2025” di Allianz Commercial. Nel 2024 il minimo storico di perdite di navi
Monaco di Baviera
27 maggio 2025
Se sono stati ultimamente compiuti progressi nell'ambito dei
rischi tradizionali come incendi, collisioni e incagli, che sono le
cause principali delle perdite di navi, il settore delle
assicurazioni marittime si trova a dover fronteggiare preoccupanti
potenziali sinistri di grandi dimensioni. Lo evidenzia la nuova
pubblicazione “Safety and Shipping Review 2025” della
compagnia assicurativa Allianz Commercial spiegando che il settore
si trova ad affrontare un contesto operativo sempre più
volatile e complesso caratterizzato da attacchi contro il traffico
marittimo, fermi di navi, sanzioni, nonché dalle conseguenze
di incidenti che comportano danni a primari cavi sottomarini.
Inoltre - precisa il documento - l'effetto domino del crescente
protezionismo e dei dazi doganali minaccia di rimodellare le supply
chain e di sconvolgere relazioni commerciali consolidate.
Relativamente alle buone notizie, il report specifica che negli
ultimi anni il settore marittimo ha compiuto notevoli miglioramenti
in termini di sicurezza e, se negli anni '90 la flotta mondiale
perdeva oltre 200 navi all'anno, questo numero si è dimezzato
10 anni fa e ora ha raggiunto il minimo storico di 27 navi nel 2024
rispetto alle 35 dell'anno precedente.
«Le perdite totali dovute a cause tradizionali potrebbero essersi ridotte nel
tempo - ha rilevato il comandante Rahul Khanna, global head Marine
Risk Consulting di Allianz Commercial - ma potremmo trovarci in una
posizione in cui questo trend positivo verrà potenzialmente
compensato dalla guerra e da altre esposizioni legate alla politica.
Come settore, siamo in una posizione migliore per quanto riguarda i
rischi tradizionali, ma c'è una rinnovata attenzione ai
rischi geopolitici». «L'importanza del rischio politico
e dei conflitti come potenziale causa di perdite navali - ha
osservato - sta aumentando con l'aumento delle tensioni
geopolitiche».
Il rapporto spiega che il conflitto commerciale in atto tra
Stati Uniti e Cina e la crescita della flotta ombra impiegata per
aggirare le sanzioni portano incertezza e sfide. In particolare, la
Cina - ricorda il documento - è stata il principale bersaglio
delle misure protezionistiche dell'amministrazione statunitense, con
dazi che hanno raggiunto il 145%, prima che entrambi i Paesi
concordassero di ridurli per 90 giorni. Gli sviluppi hanno avuto un
impatto significativo sul commercio marittimo globale, essendo alla
metà dello scorso mese circa il 18% del settore soggetto a
dazi rispetto al 4% di inizio marzo, ed essendo stato registrato un
drastico calo delle spedizioni subito dopo gli annunci dello scorso
2 aprile delle nuove tariffe da parte del presidente Donald Tramp
che ha dichiarato la giornata “Liberation Day”.
Il report evidenzia, inoltre, che dall'inizio della guerra in
Ucraina le dimensioni della flotta ombra sono aumentate
significativamente ed oggi si ritiene che circa il 17% della flotta
mondiale di petroliere appartenga alla flotta ombra, con stime che
indicano che attualmente sono in servizio quasi 600 petroliere che
commerciano solo petrolio russo. Il documento sottolinea che le navi
della flotta ombra sono state coinvolte in decine di incidenti in
tutto il mondo, tra cui incendi, collisioni e sversamenti di
petrolio. «Nonostante le recenti sanzioni stiano rendendo più
difficile per queste navi operare - ha spiegato Justus Heinrich,
global product leader Marine Hull di Allianz Commercial - la flotta
ombra continua a rappresentare un grave rischio per la sicurezza
marittima e per l'ambiente, dato che molte di esse sono
probabilmente navi vecchie, mal manutenute e non adeguatamente
assicurate. In caso di fuoriuscita di petrolio che coinvolga una
petroliera della flotta ombra, i costi di bonifica potrebbero
arrivare fino a 1,6 miliardi di dollari, con ogni probabilità
a carico dei contribuenti».
Relativamente ai rischi tradizionali, il rapporto specifica che
incendi e polizze di carico errate rimangono una delle principali
preoccupazioni per le grandi navi.
Nel 2024 sono state segnalate sette perdite totali relative a
tutti i tipi di nave, lo stesso numero dell'anno precedente. Il
numero complessivo di incidenti è aumentato su base annua,
raggiungendo lo scorso anno il massimo decennale di 250, sempre su
per tutte le tipologie di nave. Circa il 30% di questi incendi (69)
si è verificato su portacontainer, navi per merci generali e
navi ro-ro. Nell'ultimo decennio oltre 100 perdite totali di navi
sono state causate da incendi. Il documento sottolinea che sono in
corso sforzi per mitigare questi rischi, con modifiche normative e
progressi tecnologici volti ad affrontare il problema delle polizze
di carico errate, una delle principali cause di tali incendi, e
precisa che ciò è fondamentale perché
l'elettrificazione dell'economia mondiale pone ulteriori sfide, dato
il crescente numero di batterie agli ioni di litio e di sistemi di
accumulo di energia a batteria trasportati dalle navi.
«Non c'è dubbio - ha commentato Khanna - che il settore del
trasporto marittimo stia diventando più resiliente ai rischi
associati alle grandi navi, anche se non possiamo in alcun modo
affermare che sono sotto controllo. Tuttavia, solo 27 perdite totali
nel corso del 2024 sottolineano il trend positivo. Per
contestualizzare - ha ricordato Khanna - la flotta mondiale conta
oltre 100.000 navi di oltre 100 tonnellate di stazza lorda.
Tuttavia, persistono incertezza e molteplici rischi. Gli attacchi
informatici e le interferenze ai GPS sono in aumento. I cessate il
fuoco hanno alimentato le speranze, ma la minaccia alla sicurezza
nel Mar Rosso e l'interruzione della supply chain probabilmente
persisteranno. Nel frattempo, la transizione ecologica richiede
molto lavoro. I prossimi anni saranno decisivi e determineranno il
percorso del settore e del commercio globale».
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