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COUNCIL OF INTERMODAL SHIPPING CONSULTANTS
ANNO XXXIV - Numero 15 LUGLIO 2016
NOTIZIE C.I.S.CO.
"LARGER VESSELS, LARGER OPPORTUNITIES?": IL
CONVEGNO ORGANIZZATO DA C.I.S.Co. NELL'AMBITO DELLA NAPOLI SHIPPING
WEEK
Un'occasione per approfondire il tema del gigantismo navale
analizzato dal punto di vista dei vari soggetti della filiera
logistica del trasporto containerizzato.
Si è svolto mercoledì 29 giugno 2016, presso la
sala Elettra del Centro Congressi della Stazione Marittima di
Napoli, il convegno "Larger Vessel, Larger Oppportunities?",
organizzato da C.I.S.Co. nell'ambito della Napoli Shipping Week.
L'evento ha visto la partecipazione numerosa di diversi attori
dello shipping e del mondo della logistica containerizzata.
L'incontro è stato l'occasione per approfondire il tema
del gigantismo navale analizzato dal punto di vista dei vari
soggetti della filiera logistica del trasporto containerizzato.
I lavori hanno preso il via con i saluti del Segretario Generale
di C.I.S.Co. Giordano Bruno Guerrini che ha presentato il ruolo
dell'associazione e ringraziato i relatori che hanno sponsorizzato
l'evento.
In qualità di Presidente del BIC, Bureau International
del Containers, Guerrini ha successivamente fatto riferimento alla
normativa sulla massa lorda verificata (VGM), presentando il
progetto pilota TDC, Technical Characteristics Database lanciato dal
Bureau: una sorta di grande banca dati creata dagli stessi
proprietari container che rende accessibili le caratteristiche
tecniche dei contenitori, tra cui la tara.
Emanuele D'Agostino, moderatore del convegno, ha dato il via
alla prima sessione, concentrata sull'evoluzione dimensionale del
naviglio e sulle strategie di business delle linee e dei terminal.
Il primo a prendere la parola è stato Pasquale
Tramontana, amministratore delegato della MSC di Napoli che ha
espresso la sua perplessità su una possibile ulteriore
crescita dimensionale delle navi portacontainer prospettando invece
una loro probabile crescita numerica.
Questo dovrà comportare certamente un maggiore sviluppo
della logistica di terra e una semplificazione burocratica, con
progetti mirati e una valida regia del governo centrale.
Il secondo intervento ha visto come relatore Agostino Gallozzi,
presidente di Salerno Container Terminal, che ha chiarito come i
larger vessels siano un'opportunità da sfruttare al meglio.
Questo sarà possibile solo se verranno inseriti in un
sistema logistico più ampio coinvolgendo tutto il territorio,
sistema attualmente impercettibile.
I porti dovranno avere la funzione di porti-portale in modo da
inserire e connettere linee infrastrutturali tarate sui flussi di
traffico.
Il moderatore ha poi invitato nella discussione Enzo Esposito,
amministratore delegato di Emes International, che vede
nell'ampliamento del canale di Panama il limite massimo dei large
vessels: 13.000 TEU.
L'avvento del gigantismo viene commentato come un "orgoglio"
dell'armatore, non sostenuto da una reale questione di volumi merci.
A concludere la sessione l'intervento di Roberto Bucci, del
Terminal Flavio Gioia, che ha illustrato come i larger vessels
rappresentino un'insidia per il terminal multipurpose piuttosto che
un'opportunità.
Nel periodo di grande incertezza in cui il mercato globale e
quello dello shipping si trovano, per le piccole realtà
terminalistiche, come quella napoletana, il gigantismo navale
rappresenta un fattore da monitorare con estrema cautela,
soprattutto per l'impossibilità di effettuare previsioni a
lungo termine e quantificare il tipo di investimenti.
La seconda sessione ha visto due interventi di carattere più
specificatamente tecnico volti a presentare nuove tecnologie al
servizio dei traffici containerizzati.
Il primo a prendere la parola è stato Alberto Ghiraldi
della Passive Refrigeration Solutions che ha innanzitutto spiegato
la tecnologia dei container a refrigerazione passiva.
Essa offre l'opportunità di operare prescindendo da fonti
di energia esterne riducendo i costi e aumentando la sicurezza a
bordo delle navi.
Il secondo intervento, proposto da Miki Ferrari di Fly
Technologies, aveva come centro una nuova tecnologia di scansione
dei contenitori basata sui raggi gamma.
La situazione mondiale attuale ha portato prepotentemente alla
ribalta la questione della sicurezza e la tecnologia a raggi gamma
consentirebbe la scansione anche di mezzi in movimento, senza
bisogno di soste e senza problemi di pericolo radioattivo per le
persone e per le merci.
La terza sessione dei lavori, ha messo in luce l'impatto del
gigantismo navale sulle infrastrutture di terra e sulla tecnologia
distributiva.
Marco Spinedi, presidente dell'Interporto di Bologna, è
stato il primo ad analizzare quanto la capacità di stiva dei
giganti del mare rappresenti un'occasione da cogliere per gli
interporti investendo nell'intermodalità, soprattutto nelle
infrastrutture ferroviarie.
La parola è poi passata ad Antonio Pandolfo di Newcoop,
azienda che si occupa della logistica distributiva sul territorio
siciliano, in relazione alla grande distribuzione organizzata.
L'intervento ha messo in evidenza come le tratte delle grandi
navi non potranno comunque portare a una sparizione dei porti
cosiddetti minori in quanto la domanda esiste e deve essere
soddisfatta.
L'intervento successivo, proposto da Celso Paganini,
amministratore della Porto Pavino LLC e ideatore del brand Bella
Vita che si occupa di esportare prodotti ortofrutticoli dall'Italia
agli Stati Uniti.
Paganini ha messo in luce quanto le possibilità di uno
sviluppo del mercato ortofrutticolo italiano negli USA siano enormi,
vista la qualità dei prodotti e la passione degli americani
per il made in Italy.
I vantaggi risultano alti anche perché il costo del
trasporto dall'Italia è inferiore rispetto al trasporto dalla
West Coast alla East Coast (mercato di riferimento).
L'ultimo intervento è stato di Paola Bottigliero, di
Saimare Napoli, agenzia e spedizioniere doganale.
Dopo un excursus sulla storia di Saimare, ha focalizzato le
problematiche di interfaccia con le autorità doganali, la
lentezza nel raggiungimento della piena funzionalità dello
sportello unico e le sempre presenti difficoltà burocratiche
che si scontrano con il concetto di stravolgimento dell'attuale
patrimonio infrastrutturale che il gigantismo navale comporterebbe.
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