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CENTRO INTERNAZIONALE STUDI CONTAINERS
ANNO XXXVII - Numero 31 MAGGIO 2019
PORTI
QUADRO PIÙ FOSCO PER LA PRODUZIONE DEI PORTI
CONTAINERIZZATI MONDIALI DATO CHE LA GUERRA DEI DAZI COMINCIA A
MORDERE
Alphaliner ha ridotto drasticamente le proprie stime di crescita
dei risultati produttivi containerizzati a livello mondiale per
quest'anno sino ad appena il 2,5% dal 3,6%.
Un primo trimestre debole e le attese turbolenze derivanti dalla
guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina si stanno facendo sentire,
afferma la ditta di consulenze.
La previsione di crescita rivista verso il basso si avvicina
molto alla visione negativa riguardo all'espansione espressa dalla
Maersk Line, che ha sconvolto gli investitori con le sue previsioni
pessimistiche a febbraio di una crescita di appena 1-3% quest'anno.
Secondo i dati di oltre 250 porti mondiali sottoposti ad
indagine dalla ditta di consulenze, la crescita media nei primi tre
mesi dell'anno hanno raggiunto solo il 2,8% rispetto allo stesso
periodo dell'anno scorso.
Alphaliner ha inoltre notato che il tasso di crescita è
stato "distribuito in modo disomogeneo fra le regioni".
"Diversi mercati emergenti hanno fatto registrare una
crescita negativa dei volumi dei carichi e così hanno spinto
verso il basso il tasso di crescita globale" afferma.
I porti del Medio Oriente sono stati quelli dalle peggiori
prestazioni, dal momento che i loro volumi si sono ridotti di un
cospicuo 10,1% rispetto al primo trimestre del 2018.
I volumi africani e dell'Oceania sono calati del 4,4% e
dell'1,1% rispettivamente, con i primi trascinati giù da un
brusco ribasso del 16% dei volumi presso i porti sudafricani.
I risultati produttivi dell'Oceania sono stati influenzati alla
crescita negativa dei volumi presso i porti australiani di
Melbourne, Sydney, Brisbane e Fremantle.
Tuttavia, i due traffici maggiori, Asia-Nord Europa e
transpacifico, hanno riportato una crescita più rilevante del
3,5% e 4,8% rispettivamente.
Riguardo alla guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che ha
assistito all'aumento dei dazi rispetto a tutta una serie di
importazioni cinesi dal 10% al 25% il 15 maggio, seguito da una
minaccia "twittata" di dazi per qualcosa come 325 miliardi
di dollari su altre merci dal 1° giugno, Alphaliner si aspetta
che i volumi produttivi vengano ulteriormente colpiti.
Afferma Alphaliner: "Ci si aspetta che l'inasprimento della
guerra commerciale fra Cina e Stati Uniti porti in basso i tassi di
crescita dei volumi containerizzati in entrambi i paesi nel corso
dei trimestri a venire".
La ditta di consulenze sottolinea come le tariffe a pronti nel
transpacifico fra Asia e costa occidentale degli Stati Uniti siano
diminuite del 15% nelle due ultime settimane e come il gruppo di
vettori Ocean Alliance abbia annunciato due annullamenti di partenze
il mese prossimo in previsione di un declino dei volumi.
Nondimeno, i dati sui risultati produttivi ad aprile dei
terminal container statunitensi compilata dalla ditta di consulenze
Blue Alpha Capital suggeriscono che l'impatto dell'impennata dei
dazi e dei potenziali nuovi oneri su altre importazioni cinesi hanno
tardato a sgonfiare le importazioni.
Essa ha riferito una crescita su base annua del 6,6% delle
importazioni ad aprile, in aumento rispetto al 4,7% conseguito nel
mese precedente.
Questo è supportato dal vettore marittimo giapponese
derivante da fusione ONE che ha pubblicato il 22 maggio le proprie
movimentazioni di aprile, registrando buoni volumi del traffico
primario transpacifico nell'ordine di 211.000 TEU ed un fattore di
carico dell'86%.
Un anno fa, dopo la fallita fusione il 1° aprile delle
attività containerizzate di K Line, MOL e NYK, le
movimentazioni della ONE sulla medesima rotta per il mese erano
risultate in un disastroso 94.000 TEU ed in un modesto livello di
utilizzazione del 70%.
I numeri suggeriscono che il vettore è riuscito a
riprendersi molta della propria base clientelare rispetto all'anno
scorso.
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