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In Libia non esistono praticamente ferrovie, e i trasporti di merce vengono effettuati prevalentemente con camion. Sembra tuttavia che il governo presieduto da Gheddafi abbia intenzione di puntare sul valore commerciale, l'efficienza e la sicurezza dei collegamenti ferroviari, e voglia destinare una parte degli introiti derivanti dalle vendite di petrolio alla realizzazione di vie ferrate (ma il bilancio 1999 della Libia, presentato recentemente al Congresso, non menziona il progetto). Secondo quanto risulta da un dibattito trasmesso dalla televisione libica e ricevuto in Tunisia, il ministro dei Trasporti libico ha comunicato al Congresso un progetto che prevede di destinare il ricavato dalla vendita di 150.000 barili di petrolio il giorno alla realizzazione di 2178 chilometri di ferrovia da ovest ad est, nella parte settentrionale del Paese, e di 992 chilometri di via ferrata da nord a sud. Il costo è stato calcolato in 5,891 miliardi di dollari, oltre a 1,684 miliardi di dinari.
I lavori dovrebbero durare fino al 2002 e comprendono un primo segmento di ferrovia lungo 700 chilometri da Ras Jedir, al confine con la Tunisia, alla città di Sirte e un secondo segmento da Sirte al confine egiziano. Il collegamento nord-sud parte da al-Hicha e porta a Sebha, e servirebbe a collegare con il nord le miniere che non sono ancora state completamente sfruttate.
La Libyan Railways Projects General Authority ha invitato investitori nazionali ed esteri a prendere parte al progetto.
La Libia nello scorso novembre ha estratto 1,35 milioni di barili di petrolio il giorno.
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