Parlando con chi si occupa di marketing in nord Italia il discorso sovente si incentra sulle scarse possibilità di business offerte agli addetti del settore commerciale da Genova, dove ha sede il nostro giornale. La lamentela che ricorre più frequentemente riguarda la poca attrattiva del capoluogo ligure per chi non si occupi di shipping. «A Genova - si dice - se non si viene per visitare qualche azienda che lavora con il porto, cosa si viene a fare?». Genova, orfana delle partecipazioni statali - dobbiamo ammetterlo - tuttora offre poco e il porto rimane, con fatica, l'unico polo di attenzione economico della città.
Un'altra provincia ligure soffre della medesima sindrome. Che attrattive offre La Spezia a chi va in cerca d'affari o di lavoro? Anche lì, al di là del porto, praticamente nessuna. Non solo La Spezia soffre della stessa sindrome, ma alcuni sintomi della scarsa propensione delle due città a concedere spazi al lavoro vi si manifestano in maniera più accentuata.
I lavori di dragaggio dei fondali, sinora vietati, hanno messo il porto della Spezia alle corde. Lo scalo diventa sempre meno appetibile per navi di dimensioni e pescaggio sempre maggiori. Lunedì prossimo l'Autorità Portuale e il principale terminalista del porto, il La Spezia Container Terminal (LSCT), faranno il punto della situazione e proveranno a spiegare alla comunità portuale quali siano le prospettive di crescita del porto e della società del gruppo Contship Italia che opera alla Spezia, anche in considerazione del minacciato trasferimento a Livorno di parte dei servizi che la compagnia Mediterranean Shipping Company (MSC) attualmente porta nello scalo ligure.
Da mesi il porto della Spezia non è argomento di notizie positive e confortanti per lo sviluppo economico della città. L'ennesima, che dà ancora una volta la misura di quali siano i problemi che gravano sullo scalo, giunge dal porto di Durban, dove ieri sono entrate in attività tre gru per container in origine destinate alle banchine della Spezia. I tre mezzi di sollevamento, costruiti dalla danese Liehber, erano state fatte costruire da Contship Italia, con contratto firmato nel 2002, per rendere operativo il nuovo terminal Angelo Ravano, che costituisce l'ampliamento del La Spezia Container Terminal (LSCT).
A causa della totale incertezza operativa che grava sullo scalo ligure circa la possibilità di effettuare nel porto i dragaggi dei fondali e quindi di disporre di una profondità di almeno 13 metri indispensabile per ospitare le grandi navi porta contenitori, in particolare quelle del cliente MSC - ha spiegato oggi Contship Italia - il gruppo è stato costretto a deciderne la vendita alla SAPO (South African Port Operations) per circa 20 milioni di euro. La decisione - ha sottolineato Contship Italia - è stata assunta per l'impossibilità di mantenere oltre un investimento che si rivelava totalmente improduttivo. Tutto questo - ha rilevato il gruppo - nonostante negli ultimi anni il porto sia stato protagonista di performance di assoluto rilievo nella movimentazione dei container.
Le gru sono state imbarcate alcune settimane fa su una nave pontone e hanno raggiunto la loro destinazione finale in Sud Africa, dove sono state installate e collaudate sino all'entrata in servizio.
Proseguendo in questa direzione neppure gli addetti marketing del mondo dello shipping metteranno piede alla Spezia.
Bruno Bellio