- L'European Community Shipowners' Associations (ECSA) è intervenuta nuovamente sulla procedura di valutazione in atto presso le istituzioni europee della proposta di regolamento sui porti, che è stata presentata lo scorso anno dalla Commissione Europea ( del 23 e 31 maggio 2013), denunciando l'inefficacia del progetto legislativo nella sua attuale stesura successiva al recente esame da parte del Consiglio dell'Unione Europea ( dell' 8 ottobre 2014) e proponendo di definire norme specifiche per singoli settori piuttosto che cercare di varare un regolamento omnicomprensivo che tuttavia non copre adeguatamente ogni area d'attività.
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- Ricordando che gli armatori europei hanno seguito attentamente gli sviluppi del terzo tentativo della Commissione Europea di liberalizzare l'accesso al mercato dei servizi portuali e di migliorare la trasparenza finanziaria dei porti, che durante tutto il processo legislativo l'associazione degli armatori europei ha sollecitato i decisori dell'UE «a non svuotare di tutto il suo significato una proposta già di per sé modesta presentata della Commissione» e che, a seguito della decisione di sospendere la procedura legislativa da parte del relatore Knut Fleckenstein ( del 13 marzo 2014), la presidenza italiana del Consiglio dell'UE sta premendo per ottenere un accordo del Consiglio, l'ECSA ha esortato i legislatori dell'Unione Europea «a mantenere un certo grado di significatività nel regolamento».
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- Secondo l'ECSA, «il testo attualmente approvato dal Consiglio è purtroppo indicativo della mancanza di ambizione degli Stati membri relativamente ai loro porti. Non solo gli Stati membri hanno approvato l'esclusione dei servizi di movimentazione delle merci e passeggeri dal capitolo sull'accesso al mercato - ha spiegato l'associazione - ma hanno anche aggiunto la possibilità per gli Stati membri di escludere anche il pilotaggio, senza garantire un adeguato controllo e la piena trasparenza delle tariffe di pilotaggio». Per l'ECSA, «ciò limita fortemente il campo di applicazione del regolamento, aumentando l'eterogeneità del quadro giuridico applicabile ai porti dell'UE. Per di più - ha denunciato l'associazione - sono state rimosse le disposizioni relative alla consultazione degli utenti dei porti nonché un meccanismo di controllo per assicurare la corretta applicazione delle norme UE».
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- «Ci auguriamo - ha affermato oggi il segretario generale dell'ECSA, Patrick Verhoeven - che su questo particolare tema Mr Fleckenstein sarà più ambizioso del Consiglio e reintrodurrà alcuni dei contenuti che sono stati stralciati dagli Stati membri». «Elogiamo - ha precisato - le intenzioni della Commissione Europea e riconosciamo gli sforzi per compiere progressi in questo particolare settore. Indipendentemente dal risultato del processo legislativo in corso, la Commissione Europea dovrebbe comunque favorire lo sviluppo dei porti e promuoverne l'efficienza. Progressi su molti settori, come ad esempio sui certificati di esenzione dal pilotaggio, sono attesi da tempo, mentre i principi del libero accesso al mercato e la trasparenza non sono applicati in modo uniforme in tutti i porti dell'UE. Pertanto - ha concluso Verhoeven - credo che sia giunto il momento di separare la politica dell'UE sui porti dall'ambito degli ampi pacchetti normativi che coprono una varietà di temi e di servizi rafforzandola con un approccio più chirurgico per aree normative specifiche che non sono adeguatamente coperte dal regolamento e che necessitano di una riforma, ma anche affinandola in singoli casi di porti in cui non sono applicate correttamente le norme UE».
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