Con una ordinanza dello scorso 13 febbraio a firma del giudice amministrativo Erin M. Wirth, l'agenzia governativa statunitense Federal Maritime Commissione (FMC) ha accolto la richiesta di risarcimento di danni presentata dal rivenditore americano di materiali e prodotti d'arredo MCS Industries nei confronti della compagnia di navigazione cinese COSCO Shipping Lines e di quella elvetica Mediterranean Shipping Company (MSC) per violazione dello Shipping Act del 1984. Se nel 2021 il vettore cinese era uscito di scena con l'approvazione da parte della FMC di un accordo transattivo tra le due parti, così non è stato per la MSC alla quale, con l'ordinanza, è stato imposta la rifusione dei danni del valore complessivo di 944,7 milioni di dollari più gli interessi.
Nella sua denuncia presentata alla fine di luglio del 2021 la MCS Industries aveva accusato MSC e COSCO di non aver fornito all'azienda spazi di carico per le proprie esportazioni verso l'Asia nonostante - aveva sottolineato - ciò fosse stabilito da obblighi contrattuali, offrendo invece a MCS - secondo quanto recriminato dall'azienda - solo una frazione degli slot di carico necessari ad un prezzo notevolmente superiore rispetto a quanto pattuito, spazi e noli che MCS - aveva specificato l'azienda americana - aveva accettato ritenendo che la differenza di prezzo sarebbe stata interamente rimborsata in considerazione delle disfunzioni che allora caratterizzavano le operazioni di trasporto marittimo containerizzato.
Pochi giorni dopo MSC aveva espresso il proprio stupore per la denuncia presentata dalla MCS sostenendo di non aver ricevuto alcun reclamo formale da parte dell'azienda prima della presentazione della propria denuncia alla FMC e aveva respinto ogni addebito rispetto alle contestazioni formulate dalla MCS Industries, tra cui anche quella di presunta collusione tra MSC e COSCO che - aveva ricordato la compagnia di navigazione svizzera - non fanno parte della stessa alleanza e non hanno alcuna cooperazione operativa in nessuna parte del mondo definita nell'ambito di Vessel Sharing Agreement o di Slot Charter Agreement.
Lo scorso settembre, quindi, replicando alla richiesta di documentazione da parte del giudice americano e specificando di ritenere che non ci fosse una base per emettere un giudizio in contumacia, MSC aveva risposto che la legge svizzera impedisce a MSC di produrre determinati documenti senza una specifica autorizzazione da parte delle autorità elvetiche. Evidenziando la volontà di collaborare pienamente con la Federal Maritime Commission, MSC aveva proposto di adottare una procedura di risoluzione della vertenza che consentisse di rispettare appieno sia la legislazione statunitense che quella svizzera.
L'ordinanza firmata da Wirth, invece, è stata pronunciata in contumacia e oggi, rispetto a questa decisione, MSC ha espresso delusione ed ha precisato che non si tratta di una decisione nel merito - e a tal proposito MSC ha ribadito di ritenere le rivendicazioni di MCS prive di fondamento - e che non è definitiva. La compagnia marittima svizzera ha annunciato che presenterà tempestivamente ricorso non appena le procedure della FMC lo consentiranno. Secondo MSC, poi, la decisione sarebbe basata su una contestazione procedurale che fraintenderebbe le questioni relative al diritto elvetico che - sostiene MSC - impedirebbero alla compagnia di navigazione elvetica di rispettare il discovery order con cui la FMC ha chiesto alla compagnia svizzera di produrre determinati documenti ritenuti rilevanti per la decisione.
Nell'odierno commento all'ordinanza MSC ha evidenziato, inoltre, che le autorità svizzere al più alto livello avrebbero confermato che MSC deve seguire le procedure consolidate ai sensi delle convenzioni internazionali applicabili di cui sia gli USA che la Svizzera sono parte. A tal proposito MSC ha fatto esplicito riferimento a disposizioni dello stesso Shipping Act che regolano le modalità con cui la FMC deve procedere per ottenere informazioni o documenti da un'azienda estera che non possono essere prodotti a causa delle leggi di quel Paese. Disposizioni che MSC ha sottolineato rappresentano le basi per la procedura che il vettore marittimo svizzero aveva proposto per consentire la discussione nel merito del caso.
Relativamente alle contestazioni della MCS Industries, la compagnia di navigazione di Ginevra ha reso noto di aver indagato sulla questione e di aver concluso che le difficoltà incontrate dall'azienda americana con le sue prenotazioni per la spedizione marittima di merci «derivano - ha sostenuto MSC - da errori e problemi di comunicazione tra MCS Industries e intermediari di terze parti, e non da alcun illecito di MSC». Secondo la compagnia elvetica, «MCS Industries sta cercando di addebitare a MSC la responsabilità per il mancato trasporto di merci che MCS non le ha mai chiesto di trasportare e - ha concluso la compagnia - la decisione di concederle un risarcimento per danni che non ha mai dimostrato è sbagliata».