Nel secondo trimestre di quest'anno, dopo un lieve incremento
del +0,3% nel periodo trimestrale precedente, i collegamenti dei
porti italiani alla rete di servizi marittimi containerizzati
mondiali sono aumentati del +3,8%. Il Liner Shipping Connectivity
Index (LSCI), l'indice ideato dalla Conferenza delle Nazioni Unite
sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) per definire il livello di
integrazione dei porti delle nazioni mondiali in questo network di
servizi marittimi di linea, assegna infatti ai porti italiani un
indice di 78,37 per le loro connessioni durante il periodo
aprile-giugno di quest'anno rispetto a 75,49 nel secondo trimestre
del 2022.
Come evidenzia il Port Liner Shipping Connectivity Index
(PLSCI), l'indice dell'UNCTAD che identifica i collegamenti dei
singoli porti nella rete, l'unico scalo portuale ad aver accusato
nel secondo trimestre del 2023 una riduzione dei collegamenti alla
rete marittima di linea è Ravenna a cui è stato
attribuito un indice di 9,85 (-2,1%). Il porto con le più
consistenti connessioni al network continua ad essere Gioia Tauro
con un indice di 59,85 (+3,4%) seguito dai porti di Genova con 52,34
(+11,7%), La Spezia con 38,89 (+3,9%), Trieste con 34,21 (0%),
Napoli con 33,51 (+43,0%), Livorno con 32,03 (+23,6%), Civitavecchia
con 25,62 (+2,8%), Vado Ligure con 24,40 (+1,6%), Salerno con 21,91
(+39,1%), Venezia con 10,89 (+2,0%) e infine, dopo Ravenna, il porto
di Ancona con un indice di 9,17 (+1,5%).
Tra le principali nazioni marittime europee, nel secondo
trimestre di quest'anno l'indice più elevato di 94,06 è
stato assegnato ai porti spagnoli (+5,4%) seguiti dai porti del
Regno Unito con 90,08 (-0,1%), del Belgio con 88,72 (+2,3%), della
Germania con 81,61 (-3,1%), quindi dai porti dell'Italia e dai porti
di Francia con 75,77 (+2,2%), Portogallo con 64,06 (+3,4%) e Grecia
con 64,49 (+7,6%).
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