- ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI SPEDIPORTO
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Sessione Pubblica-
- Galata Museo del Mare - Genova, 28 Marzo 2011
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Relazione morale del Consiglio Direttivo
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- “LOGISTICA. IL VALORE DELLE SCELTE”
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- Signore e Signori, gentili Ospiti ed Autorità
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- è con grande piacere che, a nome del Consiglio Direttivo
della Spediporto, sono a darvi il benvenuto ringraziandovi per la
presenza e per la disponibilità a prendere parte ai lavori di
questa Assemblea Pubblica.
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- Quest'anno ci troviamo a celebrare il momento più
importante della nostra attività all'interno del Galata Museo
del Mare, un contesto nel quale importanti testimonianze di quella
che è stata la gloriosa storia di Genova e della marineria
nazionale si intrecciano con significativi elementi che fanno
guardare al futuro del settore marittimo nelle sue immense
potenzialità.
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- Grazie alla Direzione del Museo per averci ospitato.
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- Non sveliamo nulla di nuovo affermando che la crisi economica
che ha investito l'economia mondiale a partire dal secondo semestre
del 2008 ha determinato effetti pesanti sulle performance del nostro
scalo, sulle attività produttive, sul lavoro.
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- Dopo la caduta dei traffici nel biennio 2008-2009, il lento
recupero partito nel secondo semestre del 2009 ha visto consolidare
nel corso del 2010 la sua progressione alla ripresa arrivando a
registrare, in conclusione di anno nel Porto di Genova, un +14,7%
per il traffico contenitori.
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1 |
Il dato riportato è stato rilevato
dall'Osservatorio Spediporto a seguito di una ricerca su di un
campione significativo di aziende associate (70). |
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- Anche per le case di spedizione genovesi l'anno 2010 si è
chiuso con un incremento medio del 10%, crescita che sostanzialmente
è confermata anche per i primi mesi del 2011.1
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TRAFFICI PRINCIPALI PORTI EUROPEI |
PORTO |
ANNO 2007 |
ANNO 2008 |
ANNO 2009 |
ANNO 2010 |
VAR. % PERIODO 2008-2009 |
VAR. % PERIODO 2009-2010 |
VAR. % PERIODO 2008-2010 |
Rotterdam |
10.790.604 |
10.785.271 |
9.743.290 |
11.100.000 |
-9,66% |
13,92% |
2,92% |
Anversa |
8.175.952 |
8.662.890 |
7.309.640 |
8.259.893 |
-15,62% |
13,00% |
-4,65% |
Amburgo |
9.889.792 |
9.737.110 |
7.008.000 |
7.900.000 |
-28,03% |
12,73% |
-18,87% |
Brema |
4.912.177 |
5.529.159 |
4.565.000 |
4.880.000 |
-17,44% |
6,90% |
-11,74% |
Gioia Tauro |
3.445.000 |
3.468.000 |
2.800.000 |
2.851.000 |
-19,26% |
1,82% |
-17,79% |
Valencia |
3.042.665 |
3.602.112 |
3.653.890 |
4.000.000 |
1,44% |
9,47% |
11,05% |
Algeciras |
3.414.345 |
3.327.616 |
3.042.782 |
2.900.000 |
-8,56% |
-4,69% |
-12,85% |
Le Havre |
2.600.000 |
2.488.654 |
2.234.400 |
2.400.000 |
-10,22% |
7,41% |
-3,56% |
Barcellona |
2.610.037 |
2.569.549 |
1.800.662 |
1.945.733 |
-29,92% |
8,06% |
-24,28% |
Zeebrugge |
2.020.723 |
2.209.715 |
2.328.198 |
2.500.000 |
5,36% |
7,38% |
13,14% |
Genova |
1.855.026 |
1.766.605 |
1.533.627 |
1.758.858 |
-13,19% |
14,69% |
-0,44% |
La Spezia |
1.187.040 |
1.246.139 |
1.046.063 |
1.285.155 |
-16,06% |
22,86% |
3,13% |
Marsiglia |
1.002.879 |
851.155 |
882.580 |
953.435 |
3,69% |
8,03% |
12,02% |
Taranto |
755.934 |
786.655 |
741.428 |
581.936 |
-5,75% |
-21,51% |
-26,02% |
- Non vi è dubbio che questo 2011 sarà un anno molto
importante per l'economia mondiale e dunque per quella europea ed
italiana in particolare.
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- A livello globale infatti il traffico contenitori nel 2010 si è
attestato - secondo una stima elaborata da IHS Fairplay -
intorno ai 115 milioni di TEU con una previsione di crescita media
per anno nei prossimi cinque anni del 6,3%. Anche per il 2010 è
sempre il continente asiatico ad aver fatto la parte del leone con
oltre 30 milioni di contenitori movimentati da e per i suoi porti,
detenendo dunque oltre un quarto del mercato complessivo.
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- Nel continente europeo invece il peso della recessione e le
conseguenti severe misure finanziarie adottate opportunamente da
molti governi, ha frenato, probabilmente, una più marcata
ripresa dei traffici.
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- Il generale ottimismo registrato tra la fine del 2010 ed il
primo mese del 2011 risente oggi di più caute valutazioni
dovute alla delicatissima situazione che si registra in Nord Africa
le cui evoluzioni, auspichiamo positive, potrebbero modificare e
condizionare in modo rilevante - e lo stiamo già constatando
- la geografia logistica nel Mediterraneo ed anche nel Mondo.
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Basti pensare che nel 2009 il volume d'affari legato
all'interscambio EU17 e Paesi Nord-Africani (Algeria - Egitto -
Libia - Marocco - Tunisia) è stato pari a circa 209 miliardi
di dollari ossia il 4% del volume complessivo degli scambi
commerciali dell'EU17.
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- La tabella sopra riportata richiama alcuni dei numerosi dati
inseriti all'interno della ricerca condotta da AT. Kearney per
Confetra.
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- Al netto della crisi Nord-Africana e dell'incognita giapponese,
se il trend di crescita registrato nel 2010 dal trasporto merci
dovesse mantenersi costante, l'aggancio ai volumi del 2007 potrebbe
registrarsi già nel 2012 almeno per quanto riguarda l'Italia.
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- Vero è anche che oggi fare previsioni è sempre più
difficile, prospettive e scenari possono modificarsi, anche
sensibilmente, in una manciata di mesi.
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- Una recente ricerca dell'European Liner Affairs' Association
(ELAA) mostra come il volume di merci importate in Europa nel 1Q10
(primo quadrimestre 2010) si sia incrementato del 17,8% rispetto ad
un decremento del 20,5% registrato nel medesimo periodo dell'anno
precedente.
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- Medesimo discorso può valere per le rate nolo
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2 |
I dati esposti sono contenuti all'interno
dell'aggiornamento 2010 del “Benchmarking Strategic Options
for European Shipping and for European Maritime Transport System
in the Horizon 2008-2018” edit by Federal Statistics Office
Germany. |
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- Secondo i dati forniti dal Federal Statistics Office Germany, le
rate nolo hanno toccato da Gennaio 2010 un picco nel mese di
Febbraio con un incremento mensile del 25,2% scendendo poi
progressivamente e raggiungendo nel mese di Aprile un più
modesto 12,3% da inizio anno.2
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- Altrettanto significativo il fatto che, sempre a titolo di
esempio, la Maersk - primo gruppo armatoriale al mondo - nel primo
quarto del 2009 avesse segnato perdite per oltre 580 milioni di
dollari mentre nel primo quarto 2010 registrasse profitti per oltre
168 milioni di dollari.
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- Tutti elementi che testimoniano come ogni previsione possa
essere facilmente sovvertita e ribaltata in una manciata di mesi.
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- Forse anche per questo nel corso del 2010 si sono sviluppati una
serie considerevole di studi statistici ed economici tesi ad
interpretare il mercato, le sue possibili evoluzioni/involuzioni e
soprattutto le curve temporali di un loro succedersi. I valori in
gioco sono infatti impressionanti.
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3 |
I dati riportati fanno parte di uno
studio “Energy and Transport in Figures” condotto nel
2010 dall'Unione Europea più precisamente dall'European
Commission Directorate-General For Energy and Transport in
co-operation with Eurostat. Nello specifico i dati citati sono
contenuti nella Parte 3 dello studio dedicata al trasporto. Per
quanto concerne i valori relativi all'occupazione, la citata
ricerca richiama gli ultimi dati accertati dall'UE risalenti al
2007. |
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- Si osservi come, ad esempio, la Commissione Europea ha stimato,
per il 2010, in 500 miliardi di euro il GVA (Gross Value Added)
dell'EU27 di cui ben il 4,6% riconducibile ad attività di
trasporto e logistica.3 Nel 2007 i servizi di trasporto e
logistica, si è calcolato, occupassero ben 9,2 milioni di
persone, il 4,4% del totale della forza lavoro, di cui il 63%
occupati in attività terrestri, il 2% nel trasporto
marittimo, il 5% nel trasporto aereo ed il 30% in attività
ausiliarie al trasporto.
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- Nel 2008, anno in cui la crisi aveva cominciato a manifestarsi,
si stima che il totale delle merci trasportate nei paesi delI'EU27
ammontasse ad oltre 4 miliardi di tonnellate/km.
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4 |
Department of Transportation, Bureau of
Transportation Statistics, U.S. “Freight on the move”
Washington D.C. |
5 |
Si tratta pertanto di un settore capital
intensive, per il quale tra l'altro l'incidenza per prodotto
nazionale è aumentata nel tempo. Nel 1997 era pari al 7% |
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- Dati non dissimili vengono forniti dal dipartimento di Stato
americano sui Trasporti (DOT- Department of Transportation) che
stima in 12.000 miliardi di dollari - una cifra infinita - il valore
delle merci movimentate negli USA nel 2010.4
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- Il settore dei trasporti in Italia, secondo i più recenti
rilevamenti Istat, ha prodotto oltre 103 miliardi di euro di valore
aggiunto, pari al 7,6% del totale del Paese, occupando oltre 1,2
milioni di lavoratori (4,9% del totale).5
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- In questo contesto di proiezioni e stime, fondate anche sui dati
macroeconomici, si percepisce chiaramente l'importanza strategica
delle scelte; da queste dipenderà la possibilità
di sfruttare lo straordinario volano economico che una ripresa dei
traffici marittimi internazionali può offrire.
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- All'interno di questo scenario intendiamo collocare quello che
riteniamo essere un documento di primaria importanza per il futuro
dei trasporti nel nostro Paese.
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- Ci riferiamo al Nuovo Piano Generale della Logistica di
cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attraverso il
fondamentale contributo della Consulta Generale per l'Autotrasporto
e per la Logistica, si è reso artefice.
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- Un lavoro, in parte ancora in fieri, che può
rappresentare un esempio concreto di una vera e propria progressione
culturale che non identifica il trasporto solo nelle infrastrutture
ma anche nei servizi.
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- Riconosciamo il merito del Presidente della Consulta, il
Sottosegretario al Ministero dei Trasporti Bartolomeo Giachino, di
essersi dedicato con grande determinazione al fine di raggiungere
tale obiettivo.
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- Chi di voi ha frequentato negli anni le nostre assemblee
ricorderà come le stesse avessero assunto l'obiettivo di
richiamare l'attenzione sulla necessità che il Governo ed il
decisore pubblico volgessero la propria attenzione non solo ed
unicamente alle infrastrutture, ma più in generale ai servizi
logistici, all'efficienza dei sistemi portuali, alle regole ed alle
norme, alla telematica, quali fattori di rilancio del nostro sistema
portuale e trasportistico.
-
- Potete dunque ben comprendere la nostra soddisfazione nel
constatare che tra le 51 priorità di intervento del Piano
della Logistica compare, al primo posto, lo Sportello Unico
Doganale, ed a seguire - tra quelle che vengono individuate quali
“azioni prioritarie” - l'insediamento di un tavolo di
esperti per la semplificazione normativa, la creazione di una
piattaforma telematica per la logistica, l'agenzia per la promozione
della logistica, la riforma per la politica fiscale in campo
logistico.
-
- Nel Piano troviamo chiaramente recepita la convinzione che lo
sviluppo economico e produttivo di questo Paese è legato in
modo determinante alla sua organizzazione nel campo dei trasporti.
-
- Aspetto, quest'ultimo, sottolineato con efficacia nel corso
della sua recente assemblea anche dal Presidente di Confetra Fausto
Forti laddove osservava come: “la globalizzazione e
l'accresciuto peso del commercio internazionale hanno di fatto
modificato il ruolo che la logistica ed il trasporto possono
svolgere come fonte di vantaggio competitivo per l'intera economia
nazionale. L'impresa non è più il centro del sistema
economico: essa diventa uno dei nodi di una rete di realtà
imprenditoriali, ciascuna specializzata in attività di
produzione e di servizio complementari che si alleano per
raggiungere uno o più obiettivi e competere nel mercato con
altri network simili.”6
-
6 |
Intervento del Presidente Fausto Forti
all'Assemblea Confetra - Roma 1 Febbraio 2011. |
7 |
Dati Eurostat cfr. “Energy and
Trasport in Figures 2010”, Part 3: Transport. |
8 |
Si veda in merito “Report to the
ranking member, subcommittee on highways and transit, committee on
transportation and infrastructure, house of representatives”
United States Government Accountability Office. |
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- In un sistema trasportistico, quale il nostro, dove oltre il 90%
delle merci si muove ormai su strada - contro il 45,9% dell'EU7
ed il 61% circa degli USA8 - il cui il costo della
logistica, in alcuni casi supera la soglia del 25%, si impongono
scelte votate, da un lato, a garantire una crescita della scala dei
servizi logistici coerente con i principali Paesi europei e
dall'altro a garantire un equilibrato sviluppo delle infrastrutture
alla luce delle ridotte risorse finanziarie disponibili per la loro
realizzazione.
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- Nel Piano della Logistica si affida al miglioramento delle
performance logistiche, alla semplificazione normativa ed alla
telematica un ruolo importante al fine di raggiungere l'obiettivo
che lo stesso Piano si pone, quello di contribuire ad una crescita
economica aggiuntiva del nostro Pil pari a 0,5 punti percentuali per
ragione di anno nei prossimi 10 anni.
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- Questo elemento testimonia e conferma che finalmente nel nostro
Paese sta radicandosi la cultura della aggregazione, la convinzione
che solo facendo sistema si possano affrontare e, forse, risolvere
dei problemi.
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- Vogliamo cogliere in questa impostazione un nuovo modo di
procedere del pensiero amministrativo che, prima di produrre norme e
regolamenti, ne sondi anche l'efficienza operativa presso quelli che
potremmo definire i “pratici” del settore.
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- In merito al Piano della Logistica ed alle azioni lì
citate riteniamo importante avanzare alcune riflessioni almeno su
tre di queste.
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- Sportello Unico
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- Inserito quale azione prioritaria, lo Sportello Unico ha trovato
dignità normativa nel DPCM n. 242/2010 recentemente
pubblicato su G.U. che individua, in un arco temporale di sei mesi,
il tempo necessario ad un suo avvio.
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- Attenzione però, affinché lo stesso possa
esprimere i benefici operativi auspicati è indispensabile che
in esso non si veda solo un momento di coordinamento amministrativo,
magari attraverso il prezioso ausilio della telematica, ma anche e
soprattutto un momento di sintesi operativa così come
originariamente previsto dalla legge 350 del 2003.
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- Il DPCM, di fatto, si è limitato a cristallizzare i tempi
massimi di conclusione dei vari procedimenti amministrativi, nulla
invece dispone in merito alla tempistica degli esiti dei controlli
sui campioni né sull'armonizzazione degli orari di apertura
degli uffici delle varie amministrazioni coinvolte. Tutto ciò
è demandato a costituende Conferenze dei Servizi Regionali
coordinate dall'Agenzia delle Dogane.
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- Perché non venga persa questa importante occasione, né
vengano smarriti i cardini originali della legge 350 che voleva
giungere ad una sostanziale semplificazione delle operazioni di
importazione ed esportazione ed anche ad una concentrazione
effettiva delle varie attività istruttorie, lo Sportello
Unico deve traguardare la realizzazione nei porti italiani, magari
iniziando da Genova, di centri di verifica unificati per Agenzia
delle Dogane, Uffici di Sanità Marittima, Veterinario e
Fitopatologo. Solo attraverso questa sintesi organizzativa si
registrerà il salto di qualità che tutti auspichiamo,
altrimenti sarà un'occasione perduta.
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- Come ricorderete proprio in occasione dell'Assemblea dell'anno
scorso, il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando,
accolse la proposta di lavorare alla realizzazione di un centro
di verifica unificato nel porto di Genova che riunisse in
un'unica struttura tutte le amministrazioni coinvolte: Sanità
Marittima, Agenzia delle Dogane, Veterinario di Porto, ARPAL. Questo
progetto sta andando avanti, grazie anche all'impegno costante della
Regione e della Direzione Regionale della Sanità Marittima,
che ringraziamo.
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Un progetto concreto, innovativo ed unico in Italia su cui ci
piacerebbe che la Regione Liguria ragionasse per l'avvio di un più
articolato Piano Regionale per i Servizi Logistici.
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- Insediamento di un tavolo di esperti per la semplificazione
normativa
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- Riteniamo questo un altro punto fondamentale del Piano.
Razionalizzare, snellire, ottimizzare il combinato disposto delle
norme attraverso una operazione di semplificazione significa portare
chiarezza e fornire certezze al mondo delle imprese di logistica ed
ai loro clienti.
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- Spesso il nostro settore è vittima di norme criptiche, di
complessa interpretazione ed ancor più difficile applicazione
- viene in mente la recente normativa sulla c.d. “Black
List” - che si prestano ad interpretazioni spesso molto
diverse, anche tra uffici della stessa amministrazione, tutto ciò
genera confusione ed incertezza.
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- Non meno complesso il lavoro di coordinamento normativo tanto
del diritto interno, quanto di quest'ultimo con la normativa
europea.
-
- Chiederemo al Sottosegretario di garantire all'interno di questo
tavolo la presenza di un congruo numero di “pratici”
del settore, di coloro cioè che non vivono la norma nella sua
astrattezza documentale ma nelle sue pratiche applicazioni.
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- Piattaforma telematica per la Logistica
-
- In un momento di forte fermento innovativo, dove numerosi
progetti di informatica e telematica stanno completamente
trasformando il modo di lavorare, intervenendo a modificare
profondamente le abitudini e le prassi operative - la mente qui
corre ai sistemi AIDA - CARGO - TROVATORE - SISTRI - VTS, a progetti
di pre-clearing doganale, a quelli di sicurezza ENS ed EXS, al PMIS,
a MEGAPORTS -, riteniamo sia quanto mai opportuno un intervento
di coordinamento che eviti dispersione progettuale e
ridondanza di sistemi.
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- L'evoluzione normativa, seguita da quella tecnologica, sta
cambiando radicalmente il nostro lavoro nei tempi e nelle modalità
operative. Basti pensare agli effetti del c.d. “Emendamento
Sicurezza” sulla portualità mondiale per capire lo
sforzo che tutte le categorie dell'utenza hanno prodotto per non
farsi cogliere impreparate.
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- Nel Porto di Genova conosciamo bene il valore assunto dalla
telematica, sappiamo altresì che per sfruttare appieno tutte
le sue potenzialità è necessario mettere a fattore
comune dati e risorse tra i vari soggetti.
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- L'esperienza di E-Port ci ha insegnato questo. Gli oltre dodici
milioni di dati che il sistema telematico del porto di Genova
gestisce sono diventati un patrimonio della comunità
portuale, che ci ha consentito di farci trovare pronti ai grandi
cambiamenti che l'informatica ha imposto.
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- È dunque fondamentale che il Piano della Logistica si
ponga quale obiettivo di stimolare e sostenere l'integrazione tra
sistemi nazionali e locali.
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- Ma non solo, è nostra forte convinzione che oggi la
telematica può venire in soccorso ed essere di valido ausilio
al fine di superare momenti di criticità operativa e
relazionale.
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- Ci riferiamo qui al delicato tema dell'autotrasporto.
-
- Un settore questo che certamente vive da tempo forti criticità
di natura regolamentare, operativa ed anche economica. Però
consentiteci anche di affermare che è il settore che in
assoluto ha ricevuto di più dallo Stato in termini di
agevolazioni, contributi ed interventi normativi, l'ultimo dei
quali, in ordine temporale, riguarda il decreto dirigenziale sui
tempi di carico e scarico.
-
- Di fronte a questo scenario pensiamo sia lecito porsi, con
grande franchezza, la domanda se il percorso fino ad oggi seguito
sia quello corretto perché la cronaca, anche recente, pare
mostrare un settore perennemente risucchiato da un vortice di crisi
di cui non si vede mai la fine.
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- Come già nel passato ancora recentemente Genova è
stata teatro di minacciati fermi dell'autotrasporto. Nell'ultimo
caso confessiamo di non averne compreso le ragioni.
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- Da tempo infatti il lavoro con i rappresentanti
dell'autotrasporto è quotidiano, il dialogo è aperto
ed i progetti condivisi sono numerosi.
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- Rimangono certamente dei problemi, ma sono di impostazione
generale, i cui confini non possono sempre essere perimetrati, al
momento della protesta, nel territorio genovese.
-
- In attesa della pubblicazione del citato decreto sui tempi di
scarico e ricarico dei contenitori e nelle more della definizione di
un accordo di programma che, nello specifico del tema, riguardi
Porti, Interporti, Terminal Ferroviari e Aeroporti, la nostra
impressione è che si stia cercando di forzare la quadratura
di un problema che riteniamo impossibile da risolvere sulla base
di un approccio sanzionatorio.
-
9 |
Lo studio, pubblicato nel Gennaio 2011,
titolato “More could be done to determine impact of
excessive loading ad unloading wait times on hours of services
violations” è stato condotto dall'United States
Government Accountability Office, nell'ambito del Commercial Motor
Carriers. Con questo studio l'amministrazione americana si è
posta in sintesi tre obiettivi: 1) di comprendere quali siano i
fattori che incidono sui c.d. “detention time”; 2)
quali siano gli effetti prodotti dai tempi di attesa sulla filiera
logistica; 3) quali azioni l'amministrazione federale può
mettere in campo per regolarizzare e ridurre il fenomeno. |
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- Siamo confortati in questa nostra considerazione dai risultati
di un recentissimo studio, pubblicato nel Gennaio scorso dal Governo
degli Stati Uniti9, nel quale l'amministrazione americana
ha cercato di meglio comprendere, tra le altre, le ragioni che
possono determinare un eccesso dei tempi di scarico e ricarico delle
merci (anche containerizzate) e, conseguentemente, una violazione
delle leggi federali sui tempi massimi di guida.
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- L'aspetto più interessante di questo accurato studio
dell'amministrazione statunitense, la cui indagine non ha riguardato
solo gli autotrasportatori ma anche la committenza, i caricatori, i
terminal, i magazzini ed ogni realtà coinvolta, è che
il problema dei tempi di attesa in fase di carico e scarico, ed il
conseguente aumento dei tempi di detenzione della merce, è
stato analizzato non considerandolo come un problema di
remunerazione dell'autotrasporto ma come un problema dell'efficienza
logistica di un Paese.
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- Nello studio non ci si è limitati a focalizzare
l'attenzione su di un unico attore della filiera logistica - vale a
dire l'autotrasportatore - ma guardando in senso lato a tutti gli
attori della filiera, cercando di comprendere, anche da loro, quali
possono essere le conseguenze e gli impatti operativi negativi che
gli stessi subiscono da un non corretto esercizio operativo delle
fasi di carico e scarico.
-
- Le conclusioni dello studio dicono chiaramente che i fattori e
le circostanze che possono incidere sui tempi di carico e scarico
sono talmente numerosi e variabili che una loro regolamentazione
normativa è molto complessa. Vi sono degli strumenti - quali
quelli informatici - che possono contribuire ad un sensibile
miglioramento dei tempi e ad una ottimizzazione operativa, tali
strumenti devono però essere associati a buone pratiche
operative che richiedono la collaborazione di tutti i soggetti
coinvolti, ivi inclusi gli autotrasportatori.
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10 |
Il riferimento in questo caso è
allo studio intitolato “A comparison of the Costs of Road,
Rail and Waterways Freight Shipments that are not passed on the
consumers” che l'United States Government Accountability
Office ha condotto con lo scopo primario di meglio indirizzare gli
interventi di Governo a sostegno di uno delle industrie - quella
del trasporto - definite vitali per gli Stati Uniti. |
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- Un altro studio10, sempre della medesima
amministrazione, dedicato questa volta ad una comparazione tra i
costi del trasporto stradale, ferroviario e marittimo, evidenzia,
tra le tante conclusioni a cui perviene dopo una articolata e
complessa analisi, come gli interventi di c.d. “sussidio”
finanziario ad un qualsiasi attore della filiera logistica non
abbiano mai portato ad un effettivo recupero di capacità
competitiva, ma anzi, si siano rivelati ulteriormente deleteri in
quanto in grado di portare ad una distorsione di mercato e ad una
riduzione di efficienza.
-
- Alla luce di queste analisi, provenienti da un Paese - gli Stati
Uniti - in cui, come noto, il trasporto è uno degli elementi
vitali della propria economia in grado di collegare tra loro 8
milioni di imprese, 116 milioni di famiglie e muovere 12.000
miliardi di dollari di beni, penso sia lecito chiedersi se la strada
intrapresa nel nostro Paese fino ad oggi sia l'unica percorribile o
si possa invece pensare - ed è quello che proponiamo - di
intraprendere nuovi approcci in materia.
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- L'individuazione di best practices condivise tra attori
della filiera, l'utilizzo dei sistemi informatici al fine di
ottimizzare le procedure di preavviso di arrivo, di prenotazione, di
carico e scarico, possono, a nostro modesto parere, portare ad
effettivi benefici forse più di ogni altro provvedimento
normativo declinante tempi e sanzioni.
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- È nostra convinzione infatti che la strada intrapresa,
che in sintesi poggia sul principio delle rivalse economiche,
porterà a generare solo numerosi contenziosi che
inevitabilmente incideranno negativamente nei rapporti tra categorie
non portando, di fatto, alcun concreto beneficio.
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- Questo tema ci consente di riportare le nostre riflessioni
all'interno del contesto genovese e così di focalizzare
l'attenzione sul Porto di Genova e sull'attività condotta
dall'Autorità Portuale.
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- Nel 2005/2006 nel Porto di Genova potevano occorrere anche tre
ore per entrare ed uscire dal Porto - forse alcuni di voi
ricorderanno il nostro studio intitolato “Fuori in 180 minuti”
- oggi i tempi si sono considerevolmente ridotti ed è un dato
di fatto oggettivamente accertabile. È stato fatto un lavoro
importante che tutt'oggi prosegue e sta crescendo arricchendosi del
contributo di progetti importanti come quello di UIRnet sul
preavviso di arrivo.
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- Siamo sempre più convinti che la soluzione possa trovarsi
solo nell'aggregazione di intenti e nello sviluppo di una cultura di
sistema.
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- Ecco la ragione per cui plaudiamo alla costituzione del Comitato
Tecnico Permanente da parte dell'Autorità Portuale - che
sollecitammo in occasione dell'Assemblea Spediporto 2010 - il cui
compito di coadiuvare l'operato dell'Autorità Portuale è
di fatto la realizzazione di un modello innovativo di “Governance”
applicato ad un sistema complesso, quale quello portuale, che
riteniamo dovrebbe trovare all'interno della stessa APGE una
adeguata struttura di sostegno.
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- Pensiamo che l'approccio metodologico scelto da APGE e
trasferito nel POT 2011-2013 rappresenti il giusto equilibrio tra
necessità di programmazione e sviluppo infrastrutturale - a
risorse finanziarie ridotte - e miglioramento delle performance
produttive attraverso l'introduzione di strumenti - tra cui quello
informatico - di ridefinizione del ciclo operativo.
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- Deve essere riconosciuto il grande impegno profuso in questi
anni di mandato dal Presidente Luigi Merlo di normalizzare i
rapporti all'interno del Porto, eliminando attriti e cercando di
costruire, nel dialogo, una scala di interventi concreta. Ne abbiamo
apprezzato la trasparenza - l'introduzione del bilancio sociale è
un significativo elemento - e la determinazione a perseguire
obiettivi di crescita e di rinnovamento.
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- Il nostro auspicio è che il suo lavoro possa continuare
anche nei prossimi anni attraverso un rinnovo del suo mandato che
come categoria ci sentiamo di appoggiare.
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- Pur rendendoci conto delle complessità in cui si trova ad
operare Palazzo San Giorgio non nascondiamo però in molti
casi l'insoddisfazione che spesso avvertiamo in relazione ai
tempi di reazione e risposta di alcuni uffici e direzioni. Vogliamo
vedere un'Autorità Portuale al passo con i tempi anche nella
sua struttura.
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- Come categoria riteniamo di aver dato e di continuare a dare un
grosso contributo, anche finanziario, ai progetti dell'Autorità
Portuale.
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- Nel 2003 condividemmo un progetto di aumento delle tasse
portuali che non fu facilmente digerito, né dalla merce né
dai nostri clienti, consapevoli che da quell'operazione dipendeva il
finanziamento di importanti attività a favore dello scalo tra
cui la più volte citata informatizzazione.
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Tra le macroaree di intervento
beneficiarie della citata sovrattassa ricordiamo gli interventi
infrastrutturali sulle aree del Comune di Genova, il dragaggio dei
fondali del bacino di Sampierdarena, gli interventi di security e
di informatizzazione dei varchi portuali, i collegamenti fognari,
gli interventi di apertura a ponente del bacino di Sampierdarena. |
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- Nell'arco temporale 2004-2010 prima la sovrattassa portuale
sulle merci poi l'addizionale sulla sicurezza (2007) hanno generato,
nell'arco temporale considerato, un gettito di oltre 43 milioni di
Euro che ha consentito, oltre all'informatica, di dare corso ad
importanti interventi infrastrutturali nell'interesse del Porto di
Genova.11
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- Progetti quali: i “Bacini di Carenaggio”, il
completamento degli interventi su Calata Bettolo, l'escavo del
bacino di evoluzione di Calata Gadda, la revisione del nodo di San
Benigno, che fanno parte - insieme ad altri - di interventi
essenziali per il nostro scalo, continueranno a beneficiare anche
del gettito di una sovrattassa che, consolidatasi negli anni, si è
rivelata l'unico elemento di certezza intorno al quale costituire
una sorta di “micro autonomia finanziaria o federalismo”
che dir si voglia. Bene che sia così.
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- Chiediamo però all'Autorità Portuale, così
come nel passato, di lavorare con la nostra categoria al fine di
avviare nuovi progetti che, sommandosi a quello dell'informatica,
riportino alla merce, in termini di nuovi servizi, parte di quello
che continua a pagare.
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- Nell'ormai infinita storia di aggiornamento della Legge 84/94,
il cui dibattito ha ormai stancato anche gli operatori, c'è
solo un argomento che merita di essere ancora con forza sostenuto,
ed è proprio quello della autonomia finanziaria.
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- Riteniamo, in conclusione, che siano stati compiuti importanti
passi in avanti soprattutto di metodo ed impostazione; ora inizia la
parte più complessa: la conclusione dei progetti di cui si
sono poste le basi.
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- Per riuscirvi siamo convinti sia necessaria una forte volontà
tra Istituzioni Locali (Regione, Provincia e Comune), Camera di
Commercio e Autorità Portuale. Vogliamo chiedere al Comune di
assumersi il compito difficile di fasi tutore presso la città
della crescita di questi progetti, contribuendo ad una nuova cultura
sociale delle attività portuali. Alla Provincia il non meno
delicato compito di continuare, così come sempre ha fatto, a
guardare al Porto per la sua formazione. Le nostre aziende ci
chiedono giovani che siano preparati alle complessità del
settore ed alla sua specificità. Alla Camera di Commercio di
sostenerci come sta facendo e ha sempre fatto in iniziative
informative e di evoluzione operativa. A realtà come Liguria
International, di cui apprezziamo lo sforzo in campo internazionale,
chiediamo un sempre maggiore impegno nella promozione delle imprese
del settore nei mercati esteri.
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- Non meno rilevante sarà l'apporto del Sindacati dei
lavoratori. In questi anni di crisi hanno svolto un ruolo
importante, come Spediporto vogliamo riconoscere la forte
collaborazione che c'è stata con tutte le sigle per superare
l'incubo della disoccupazione e dei fallimenti.
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- In una fase, come l'attuale, dove si sta guardando con nuovo
ottimismo al futuro chiediamo ai Sindacati, sia pubblici che
privati, di farsi parte integrata ed integrante dei progetti di
rilancio dello scalo, sostenendoli nella convinzione che sia giunto
il momento di compiere un'evoluzione culturale anche nell'ambito
delle relazioni sindacali e nei rapporti lavoratore/impresa.
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- Che la logistica fosse complessa tutti lo sapevano, è un
intreccio delicato e sofisticato di equilibri di tipo economico,
commerciale, progettuale e politico.
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- Stiamo assistendo ad un repentino mutamento del quadro
normativo, delle prassi commerciali e di quelle operative che
consegneranno alle generazioni che iniziano a lavorare oggi un Porto
diverso da quello di solo qualche anno fa.
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- L'auspicio è che attraverso un serio impegno, una volta
individuati i pezzi mancanti, sia possibile tutti insieme collocare
al giusto posto tutti i tasselli di un mondo, quello della
logistica, ricco di complessità dove però il risultato
finale è la composizione del lavoro di tutti i suoi attori e
non di uno solo.
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- Grazie e buon lavoro a tutti.
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