La bulkcarrier "Leros Strenght" di 21.673 tonnellate di portata lorda, costruita nel 1976, appartenente alla Lamda Sea Shipping Co., affondata l'8 febbraio scorso a 48 chilometri a ovest del porto di Stavanger nel corso di una violenta bufera mentre era in viaggio da Murmansk a Police con un carico di 18.000 tonnellate di fertilizzanti, causando la morte di 20 marittimi polacchi, ha dietro di sé una non breve storia di carenze nei riguardi della sicurezza della navigazione e di registrazioni temporanee.
Il 22 luglio dell'anno scorso la Lamda Sea Shipping decise di trasferire la classificazione della nave dall'American Bureau of Shipping (ABS) al Registro Italiano Navale (RINA). Dopo un'ispezione effettuata a Curaçao, nella Antille Olandesi, il RINA concesse un certificato di classificazione temporaneo valido cinque mesi, al termine dei quali il Comitato di Classificazione italiano avrebbe dovuto rilasciare un certificato finale. Tuttavia la nave 22 giorni dopo venne ispezionata a Rotterdam e l'autorità portuale la bloccò perché vennero rilevate undici gravi deficienze nell'equipaggiamento di navigazione, nell'equipaggiamento di sicurezza, nell'impianto antincendio, nella copertura delle stive, nei battenti di boccaporto, nell'illuminazione. Essendo in scadenza il primo certificato, il RINA ne rilasciò un secondo valido fino all'aprile del 1997, con l'intesa che quello finale non sarebbe stato rilasciato finché la nave non fosse stata dichiarata rispondente a tutti gli standard internazionali di sicurezza. La "Leros Strenght" venne sottoposta a lavori di riparazione in Grecia. In seguito venne sottoposta ad un'ispezione da parte della Coast Guard statunitense, il 2 dicembre scorso, prima della partenza da Corpus Christi (Texas) per Murmansk, e la nave risultò idonea a prendere il mare. Al momento dell'affondamento, secondo il RINA, l'unità non aveva prescrizioni.
I componenti dell'equipaggio erano stati reclutati dalla Morska Agencja Gdynia. (World Maritime News)
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