L'acquisto dell'American President Lines (APL) da parte della Neptune Opient Lines (NOL), di cui "inforMARE" ha dato notizia martedì scorso, ha sorpreso lo shipping mondiale: le reazioni infatti sono state generalmente di sorpresa. Eppure l'APL, almeno secondo le dichiarazioni dei responsabili di alcune compagnie di navigazione - sono almeno tre - era praticamente sul mercato in attesa di un acquirente.
La prima è la P&O Nedlloyd Container Line, la compagnia nata dall'unione che ha dato il via alle grandi concentrazioni nel mondo dei container. Secondo dichiarazioni di esperti dello shipping di Singapore e di Londra, la compagnia anglo-olandese aveva proposto un legame all'APL. La dichiarazione ha avuto anche il conforto di un articolo sul "Lloyd's List", in cui si afferma che una comunicazione interna di P&O Nedlloyd allo staff dirigenziale dava notizia delle trattative. E dall'Olanda "Cargoweb" rincara la dose scrivendo che P&O Nedlloyd era stata in gara per il takeover di APL. Un accordo tra P&O Nedlloyd e Apl avrebbe avuto un senso dal momento che APL è una delle compagnie leader nei traffici in Pacifico, inoltre la sua estesa rete intermodale nel Nord America si sarebbe perfettamente adattata ai collegamenti recentemente inaugurati da P&O Nedlloyd nel Pacifico.
Altre fonti assicurano che altre due compagnie, la Orient Overseas Container Lines (OOCL) di Hong Kong e l'Evergreen di Taipei sono state in trattative per l'acquisto dell'APL, sebbene un rappresentante della compagnia di Hong Kong non abbia voluto commentare la notizia, mentre il direttore della RTW Shipping, che rappresenta l'Evergreen a Singapore, ha addirittura negato che vi fossero trattative. Michael Goh, vice presidente dell'APL, non ha voluto accreditare in alcun modo queste notizie.
La verità comunque è che molti sapevano di trattative avviate da più parti per un accordo di collaborazione con l'APL o addirittura per un acquisto della compagnia americana. Probabilmente si considerava poco credibile l'acquisto dell'APL da parte della NOL, ma semmai sarebbe stato più facile il contrario, almeno a giudicare dalle dimensioni delle due società. (Tutti comunque, secondo quanto afferma il quotidiano "Lloyd's List", sembra che abbiano dimenticato il Memorandum of Understanding del 1990 tra USA e Singapore, che rende possibile l'acquisto dell'APL, sussidi governativi e commesse militari compresi). Ma ora, a cose fatte, tutti cascano dalle nuvole. E mentre il takeover dà ora la stura a supposti altri matrimoni tra altri big dello shipping, gli esperti del mercato affermano che l'unione tra NOL e APL rende più facile alla P&O Nedlloyd scegliere di posizionarsi - o restare - nella Global Alliance, nella quale milita Nedlloyd, o nella Great Alliance, nella quale si trova la P&O. Prima dell'annuncio del takeover si diceva che la compagnia anglo-olandese avrebbe quasi certamente scelto la Global Alliance, il gruppo che annovera anche Mitsui, OOCL e APL. Ora invece si ammette la possibilità di uno scambio di partner fra i due gruppi (nella Great Alliance militano anche NYK, Hapag Lloyd e NOL). Sùbito dopo l'accordo sia P&O Containers che Nedlloyd avevano messo in gara i partner delle rispettive alleanze chiedendo 'offerte' per la loro permanenza in questo o in quel gruppo. Si è instaurato quello che è stato definito un "concorso di bellezza" che dovrà portare ad una decisione di P&O Nedlloyd prima della fine del prossimo giugno.
Le illazioni si trasferiscono poi sulla scelta che potrebbe essere fatta dalla NOL, che secondo molti opterebbe per restare nella Great Alliance portando con sé l'APL, di cui ha il pieno controllo.
Sono tutte supposizioni che giocano con gli elementi di un domino, che tuttavia non presenta molte possibili variazioni. E' invece molto probabile che le due alleanze, già tremolanti dopo l'annuncio dell'intesa tra P&O e Nedlloyd, ora si sfascino. Il vice direttore della NOL, Lim How Teck, assicura che ognuna delle due compagnie onorerà la propri presenza in ciascuno dei due gruppi, ma un altro esponente della compagnia ha fatto chiaramente capire che questa posizione sarà difficilmente difendibile. Sia NOL che APL non gradiscono stazionare in due gruppi separati, anche perché la NOL vuol unificare i propri servizi nel Pacifico con quelli della APL.
I partner delle compagnie che dovranno decidere la loro appartenenza ad un gruppo o all'altro non sembrano allarmati per gli sviluppi della situazione. I portavoce di Hapag Lloyd e di Mitsui affermano che bisognerà attendere che lo scenario si chiarisca per poter are giudizi motivati. Un funzionario della OOCL ha aggiunto che anche con l'uscita di una compagnia dal gruppo vi è tempo sufficiente per esaminare e risolvere ogni problema. "E' improbabile comunque che vi sia un qualsiasi cambiamento prima del 1998".
CARLO BELLIO |
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