Si è svolta a Londra la "Due giorni" delle agenzie marittime organizzata dalla International Business Communications, alla quale hanno preso parte rappresentanti di agenzie marittime di 28 Paesi. Due giorni di colloqui, confronti, programmi, ai termine dei quali è sortita la definizione di moderna agenzia marittima come un'attività portuale locale che si trasforma in rete internazionale e mondiale.
Le reti di agenzie marittime sono state classificate in tre precise categorie: le prime sono le agenzie marittime locali che rappresentano unicamente navi cisterna o navi tramp; le seconde sono le agenzie marittime di peso nazionale che hanno più uffici nei porti nazionali e si occupano di tutti i tipi di navi; le terze estendono il loro lavoro e la loro influenza a livello internazionale. La prima della classifica è la Inchcape che ha 254 uffici in 43 Paesi.
Ma quale può essere più precisamente la definizione di agenzia marittima internazionale? Qualche congressista l'ha paragonata all'agenzia internazionale Multiport, che è un'associazione di agenzie marittime nazionali che applicano strettamente le stesse regole finanziarie (di Multiport fa parte in Italia l'agenzia marittima Cosulich con direzione a Genova e uffici in altri porti italiani).
Nei due giorni di congresso il tema dominante dei colloqui e degli scambi di opinioni è consistito nella ricerca di sistemi per il recupero delle commissioni e dei rimborsi che non vengono liquidati dagli armatori. A questo proposito Peter Gruse del Bimco (Baltic International Maritime Organization: del cui comitato esecutivo fa parte l'armatore Cesare d'Amico, mentre nel Board of Director per l'Italia è presente Fotis G. Poulides) ha detto che la sua organizzazione può aiutare gli agenti marittimi a recuperare i crediti.
Si è parlato molto anche della politica di rapporti armatore - agenzia marittima messi in atto dalla compagnia di navigazione svizzera Norasia, che punta - o puntava, poiché sembra che l'iniziativa sia stata abbandonata - a trasformare l'agente marittimo in una specie di partner dell'armatore: l'agente marittimo era infatti stato invitato ad acquistare una parte degli slot delle navi portacontainer per rivenderli ai caricatori. Tuttavia la Norasia, che aveva programmato questa nuova struttura commerciale con l'affidamento ai propri agenti (in Italia l'agenzia marittima Tripcovich, presente al convegno londinese) di un ruolo certamente molto impegnativo e rischioso trasformandoli in value added partners, pare che ora - come detto - abbia accantonato l'iniziativa. Del resto questo tentativo avrebbe creato delle figure nate da un intreccio di interessi che avrebbe reso difficile anche una precisa definizione, al di là della sigla vap, del ruolo dei nuovi soggetti, proprio come l'avvento dei nvocc (non vessel operating common carrier) ha rappresentato uno sconvolgimento nelle figure e nei ruoli di questi spedizionieri che non vengono considerati più tali, ma figure ibride collocate tra i consolidatori e i professionisti della spedizione con interessi in aziende armatoriali.
Stefano Bellio
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