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La società Mersk Benelux B.V., filiale della capogruppo danese Maersk, e l'olandese Europe Combined Terminals B.V. (ECT) hanno sottoscritto una joint venture per la realizzazione di un nuovo container terminal nel porto di Rotterdam. L'accordo - sottolinea la Maersk - segue la politica della compagnia che prevede di sviluppare e controllare importanti porti hub nell'ambito del proprio network di servizi container e garantisce all'ECT di concentrare le proprie operazioni terminaliste alla penisola Delta nel porto olandese.
Da questa intesa nascerà una società denominata Maersk Delta B.V., che sarà controllata per 2/3 dalla Maersk e per 1/3 dalla ECT. Il nuovo terminal sarà costruito nell'area della penisola Delta e sarà dotato di una banchina di 900 metri, di 33 ettari di superfici, di 5 gru e di un accesso stradale diretto. L'impianto potrà movimentare 900.000 teu l'anno, ma è prevista la possibilità di un ulteriore ampliamento del terminal nel caso i volumi di traffico risultassero molto consistenti.
L'investimento previsto, comprese installazioni ed equipaggiamenti, è di 170 milioni di fiorini olandesi (circa 150 miliardi di lire) e saranno necessari circa 20 mesi perché il container terminal possa diventare operativo. Nel frattempo i servizi della Maersk continueranno ad avvalersi dell'ECT Delta Terminal del porto olandese.
La compagnia danese, che ha quindi abbandonato l'ipotesi di avere un terminal esclusivo a Rotterdam, sottolinea che il lavoro nel terminal sarà regolato in base a un protocollo firmato nello scorso maggio dalla Maersk, dall'ECT e dalle organizzazioni sindacali, che prevede il rispetto degli attuali accordi sul lavoro nel porto di Rotterdam. La nuova società terminalistica Maersk Delta, il cui amministratore delegato sarà scelto dalla compagnia danese, darà lavoro a 270 addetti. Attualmente l'attività di transhipment garantita dai servizi della Maersk, insieme con quelli della partner Sea-Land, costituisce il 25 per cento del lavoro svolto dall'ECT nel porto olandese.
Questo accordo, raggiunto dopo due anni di negoziati, consente alla compagnia danese di svincolarsi dalle prestazioni fornite dalla società terminalista olandese, considerate inadeguate. L'operazione rappresenta inoltre, secondo molti operatori, il decisivo passo verso la vendita dell'ECT che attualmente è posseduta da Nedlloyd (30,56%), Pakhoed (30,56%), Internatio-Müller (30,56%) e ferrovie olandesi (8,32%). Alla società sono interessati i maggiori gruppi terminalisti mondiali, tra cui Eurokai, PSA Corporation e Hutchison Whampoa.
B.B.
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