| |
Dopo quattro anni dal fallimento del cantiere navale tedesco Bremer Vulkan e dopo numerose polemiche, accuse, processi e condanne, ora la commissione parlamentare d'inchiesta di Brema ha concluso un rapporto, di cui però è stata resa nota solo la parte che mette sotto accusa il governo del Land. Il documento è ancora incompleto, poiché i rappresentanti dei diversi partiti non si sono ancora accordati sul testo finale.
Le principali ragioni del fallimento, secondo il presidente della commissione Hermann Kubin (Verdi), stanno nella ricerca illegale di sovvenzioni massicce e nell'assenza di qualsiasi controllo da parte dei dirigenti del gruppo. Il governo del Land, a maggioranza di centro-sinistra, avrebbe versato almeno un miliardo e mezzo di marchi, e senza condizioni di alcun genere, per risanare i conti del cantiere, che alla fine degli anni Ottanta era passato sotto la proprietà del Land.
Ma quel che più sorprende è che il governo, malgrado la sua partecipazione attiva alle decisioni, abbia detto più volte che non conosceva chi possedeva il cantiere. Inoltre il presidente del cantiere, Friedrich Hennemann, ora sotto accusa, nel 1995 aveva dichiarato che l'attività del cantiere era in aumento e il bilancio in attivo. Mentivano tutti.
S.B.
|
|