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Dopo la Germania e la Francia, che intendono potenziare la navigazione fluviale per liberare le strade almeno da una parte dei mezzi pesanti che trasportano merci, anche il governo indiano vuol riattivare il trasporto sul Gange, sul Brahmaputra e sul Kaviri, sollecitando l'iniziativa privata ad investire in questo settore e accordando facilitazioni finanziarie.
Le intenzioni sono buone, perché il governo progetta terminali e depositi lungo i fiumi, ma i piani prevedono un investimento di 400 milioni di dollari, mentre il bilancio ne contiene finora solo 100. Ma il coinvolgimento dell'iniziativa privata può essere decisivo, tanto più che uno degli obiettivi governativi è di pervenire ad una situazione simile a quella esistente negli Stati Uniti, dove la quasi totalità delle imprese armatoriali sono private.
Alla rete delle vie navigabili è preposta la Inland Waterways Authority of India, che è stata incaricata di appoggiare le iniziative capaci di far moltiplicare il complesso dei trasporti fluviali, che attualmente raggiungono il miliardo di tonnellate-chilometro di carichi, trasportati da 2500 battelli della portata media di 700 tonnellate.
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