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Il traffico marittimo nel Bosforo, lo stretto che collega il Mar Nero con il Mare Egeo, è regolato dalla Convenzione internazionale di Montreux, che garantisce libertà di transito a tutte le navi. Tuttavia le autorità turche, che sono autorizzate a fermarle per ragioni di sicurezza, hanno deciso di ridurre nel 1999 il transito delle petroliere, al fine di favorire il traffico del petrolio attraverso un oleodotto ancora fermo alla fase progettuale, che dovrebbe partire dal Caspio e arrivare a Ceyhan, nel Mediterraneo.
Gli Stati rivieraschi del Mar Nero - Russia, Ucraina, Bulgaria, Romania - hanno criticato la decisione presa dalla Turchia. Il ministro turco degli Esteri ha dichiarato che ogni nave in transito nel Bosforo sarà ispezionata, per valutare i rischi che potrà far correre alla popolazione e all'ambiente.
Nel 1997 sono transitate nel Bosforo oltre 50.000 navi e il traffico di petrolio ha raggiunto 63 milioni di tonnellate, con una media di dodici petroliere il giorno.
Sarà però improbabile l'avviamento del greggio dall'Azerbaijan a Ceyhan. Uno studio del consorzio internazionale Azerbaijan International Operating Company (AIOC) afferma che il trasporto del petrolio via oleodotto fino al Caspio costerebbe troppo a causa del basso prezzo del greggio e della mancata scoperta di giacimenti nella zona del Caspio. Le altre opzioni, vale a dire la posa di oleodotti verso il porto georgiano di Supsa e quello russo di Novorossijsk sul Mar Nero, non eliminerebbero il trasporto del greggio attraverso il Bosforo. Il governo di Bakou preferirebbe inviare il petrolio via pipeline a Ceyhan, ma non può assicurare il finanziamento del progetto.
S.B.
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