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Alla mezzanotte del prossimo 31 dicembre la sovranità sul canale di Panama passerà dalla nazione più ricca del mondo, gli Stati Uniti, ad uno Stato povero come il Panama. Un'inchiesta effettuata nello scorso novembre rivela che circa la metà dei cittadini panamensi sono scettici sulla preparazione della loro nazione ad amministrare l'importante via d'acqua, mentre l'altra metà è fiduciosa nei propri amministratori. Ma la speranza aumenta: dopo decenni in cui è stato detto che il canale non avrebbe potuto fare a meno degli americani, ora le previsioni sono più ottimistiche. Un giornalista che solitamente è critico con il governo ha affermato che lo Stato panamense non si preoccuperà solo di spostare le navi da un oceano all'altro e che il canale sarà amministrato meglio di quanto di faccia attualmente.
Il governo del Panama intanto sta facendo programmi per lo sviluppo dell'intera area del canale, una zona che commercialmente viene valutata tra due e quattro miliardi di dollari. La partenza delle truppe americane significherà comunque una perdita di circa 300 milioni di dollari per le casse panamensi, ma le autorità locali sono convinte che la perdita verrà presto compensata. Nicolas Ardito Barletta, amministratore dell'agenzia che amministra e coordina gli investimenti nell'area, ha infatti affermato che "in un primo momento si avvertirà l'effetto negativo della perdita delle spese dei militari statunitensi, ma gradualmente queste saranno compensate da un aumento degli investimenti, delle esportazioni e dell'economia in genere".
Nei piani del governo, oltre al potenziamento dei porti di Balboa sulla costa del Pacifico e di Cristobal sulla costa caraibica, c'è anche la creazione di un'industria turistica.
Bisogna comunque precisare che la Hutchison Whampoa di Hong Kong ha investito milioni di dollari nel modernizzare i due porti, mentre la Kansas City Southern Industries sta riattivando una vecchia ferrovia che corre lungo il canale, che potrebbe trasferire 900 container da un oceano all'altro ogni giorno (inforMARE del 27 febbraio 1998). Molte navi crociera hanno inoltre cominciato a far scalo sul lago che alimenta il canale, mentre alcuni industriali di Taiwan hanno creato un parco industriale a Fort Davis, una vecchia base militare americana dove operai panamensi produrranno sacchi di plastica, jeans e parti di biciclette.
Barletta, il cui sogno è quello di trasformare Panama in un centro regionale produttivo e bancario, ha detto che alcuni investitori hanno impegnato oltre un miliardo di dollari in progetti nella zona del canale per i prossimi cinque anni. Tra le molte proposte è stata anche avanzata la possibilità di vendere il surplus di elettricità prodotta nel canale o l'acqua potabile del lago.
In molti ambienti panamensi sta insomma affermandosi la convinzione che gli americani abbiano soffocato la possibile crescita economica del paese, mentre ogni area contigua al canale ha enormi possibilità di sviluppo.
Quanto alla navigazione, c'è un progetto per incrementare la capacità di navigazione nel canale del 20 per cento dal 2005. |
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