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Il porto di Chittagong, nel Bangladesh, ha un traffico annuale di oltre 12 milioni di tonnellate di merce, compresi 300.000 container, e l'autorità portuale ne prevede un massiccio incremento nei prossimi anni, tanto che il porto potrà diventare un'importante sbocco per i traffici del Nepal, del Bhutan, dele regioni nord orientali dell'India e anche del sud della Cina.
L'autorità portuale ha programmato di conseguenza ampliamenti delle strutture dello scalo, compresa la costruzione di un container terminal che costerà 8 miliardi di taka (circa 165 milioni di dollari USA), più 2 miliardi di taka per equipaggiamenti. Se il governo darà il via alla realizzazione del progetto, il terminal sarà completato nel 2002 e consentirà al porto un maggior traffico di 200.000 container l'anno.
C'è anche una società americana, la SSA International, che ha chiesto al governo di Dhaka una concessione per costruire un container terminal a Chittagong, ma ha la forte opposizione dei lavoratori portuali e dei sindacati, i quali affermano che la società taglierebbe molti posti di lavoro e trasformerebbe Chittagong in un porto di seconda categoria. Il terminal privato, afferma la società che richiede la concessione, costerebbe 500 milioni di dollari e i lavori di costruzione terminerebbero nel 2008. L'impianto avrebbe una capacità annua di traffico di 300.000 container e creerebbe 15.000 nuovi posti di lavoro. Ma lavoratori portuali e sindacati hanno chiesto al governo di bloccare il piano, minacciando una lunga stagione di scioperi. L'anno scorso furono effettuati molti giorni di astensione dal lavoro, che causarono il caos nell'import-export della nazione: il governo dovette far ricorso anche all'esercito per riportare l'ordine sulle banchine.
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