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Un gruppo di compagnie di navigazione che operano nel Nord Atlantico, dopo la dissoluzione del Trans Atlantic Conference Agreement (TACA), nello scorso febbraio erano riuscite ad accordarsi per creare una nuova conferenza, il North Atlantic Agreement (NAA), che è stata sottoposta all'esame della Federal Maritime Commission e delle autorità competenti in materia di concorrenza.
La compagnie di navigazione candidate ad entrare nella NAA erano venti: Atlantic Cargo Services (ACS), Atlantic Container Line (ACL), American President Line (APL), China Ocean Shipping Co. (COSCO), DSR-Senator Line, Hanjin, Hapag-Lloyd, Hyundai Marine Merchant (HMM), Independent Container Line Europe, Kawasaki Kisen Kaisha (K Line), Lykes Lines, Maersk Line, Mediterranean Shipping Company (MSC), Mexican Line, Nippon Yusen Kaisha (NYK), Orient Overseas Container Line (OOCL), P&O Nedlloyd, Polish Ocean Line Atlantic (POL Atlantic), Sea-Land Services e Yang Ming Line (YML).
Erano stati espressi pareri discordi sullo spirito che portava all'aggregazione di addirittura venti compagnie di navigazione per formare una nuova conferenza, che secondo alcuni avrebbe tenuto conto della legislazione europea e americana in materia (specialmente del nuovo Ocean Shipping Reform Act), mentre altri, più dubbiosi, vedevano nel NAA una riedizione del "vecchio" TACA, tanto che il nuovo accordo era stato battezzato "figlio del TACA". Riesce comunque arduo immaginare come venti compagnie di navigazione si potessero organizzare in un accordo che, per quanto elastico, potesse adeguarsi a normative formulate proprio per disgregare alleanze e creare concorrenza.
E infatti il progetto di formare la nuova alleanza è stato ora abbandonato. La DG IV di Bruxelles (Concorrenza) ha espresso molte riserve, soprattutto sulla taglia dell'accordo, e la Federal Maritime Commission ha chiesto informazioni supplementari.
Ufficialmente il progetto è stato però accantonato solo provvisoriamente. Senza un accordo regolante rapporti, tariffe, disponibilità di spazio ed altri importanti elementi alcune compagnie di navigazione temono infatti che possa scoppiare una devastante guerra commerciale. Prevale quindi la scelta di protrarre il più a lungo possibile questo clima di incertezza, probabilmente pensando che sia attualmente impossibile anche per compagnie armatrici di notevole importanza affrontare il mercato autonomamente. Si attende insomma che qualcuno faccia la prima mossa per uscire dalla fase di stallo. Gli altri saranno pronti a seguirne l'esempio, se positivo, o a criticarne la decisione, se il tentativo dovesse fallisse.
Bruno Bellio
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