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E' iniziata da alcune settimane la stagione delle vacanze, e come ogni anno centinaia di migliaia di persone scelgono di trascorrerle in un luogo che è raggiungibile solo per mare (o per via aerea). Prenotano e acquistano quindi i biglietti di passaggio sulle navi traghetto, s'imbarcano con la loro auto ed effettuano tranquillamente il viaggio. Non sono tranquilli invece coloro che sono stati messi in guardia dalla pericolosità di certe navi, che non osserverebbero le norme internazionali sulla sicurezza dei passeggeri e del carico.
Ma chi sono i giudici che con tanta sicurezza stilano delle classifiche di merito definendo buona o scarsa, o qualcosa di mezzo, l'affidabilità di certe navi traghetto? L'anno scorso una confederazione sindacale presentò alla Commissione Europea uno "studio" condotto da un solo comandante tedesco su 75 navi traghetto. Il 31 maggio scorso è stata la volta dell'Allgemeiner Deutscher Automobil Club e dell'International Automobile Federation che hanno presentato a Bruxelles un elenco di 23 navi traghetto che effettuano servizi nel Baltico, nel Mare del Nord, nella Manica e nel Mediterraneo. Gli esperti (quali esperti?) hanno stimato che le procedure di sicurezza e gli equipaggiamenti di sei navi visitate rispettino male o molto male le norme internazionali varate dall'Unione Europea.
In occasione della presentazione del rapporto il deputato europeo Mark Watts, che ha sposato la causa dei due enti automobilistici, ha detto che "gli ultimi risultati hanno dimostrato ancora una volta che vi sono operatori marittimi con navi substandard che mettono in pericolo la vita di migliaia di turisti. Queste inefficienze del tipo di quelle che si trovavano sul Titanic (!) dimostrano che certi armatori non hanno preso alcuna lezione dal disastro dell'Herald of Free Enterprise o dell'Estonia (193 e 852 morti)".
A parte le amenità del deputato Watts, gli esperti dei due club automobilistici hanno viaggiato come semplici passeggeri ed hanno effettuato controlli, trovando alcune deficienze rilevabili da chiunque (imbarcazioni di salvataggio fissate con corde, giubbotti di salvataggio guasti, portelloni del carico rimasti aperti e, in un caso, il portellone anteriore non stagno). L'associazione automobilistica tedesca afferma che il livello di sicurezza più elevato si trova su navi impegnate in linee internazionali. I regolamenti nazionali sarebbero infatti più "elastici".
Secondo la direttiva adottata l'anno scorso dall'UE solo nel 2010 tutte le navi passeggeri dovranno rispettare le norme internazionali. "Qualsiasi cosa faccia l'Unione Europea - dice Watts - non servirà a niente se gli Stati membri non applicano le regole in vigore".
A parte l'interesse disinformato del deputato europeo, c'è da chiedersi com'è possibile che siano due club automobilistici, per quanto prestigiosi (ma lo sono?), ad occuparsi della sicurezza delle navi traghetto, che ne scelgano un piccolo numero tra tutte quelle in esercizio e a quelle attribuiscano dei valori, come delle stelle ad un albergo, stilando quindi una classifica che di conseguenza si attribuisce a intere flotte. Quelle due associazioni - a nostro avviso - dovrebbero occuparsi solo di auto, il mondo per cui sono nate, lasciando ad altri veri esperti di occuparsi di sicurezza della navigazione. Questi ultimi non sconfinano certamente nel campo delle auto.
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