La voglia di tonnage tax sta contagiando anche l'armamento britannico e sono ormai insistenti le voci che danno per certa l'introduzione del nuovo sistema fiscale a partire dal prossimo 1° gennaio. L'eccessiva tassazione è considerata infatti una delle principali cause che hanno contribuito in maniera determinante a provocare il progressivo impoverimento dell'industria marittima della Gran Bretagna verificatosi negli ultimi anni. Il sistema fiscale basato sul tonnellaggio è visto come un rimedio utile, se non a riportare lo shipping nazionale ai fasti di un passato ormai irraggiungibile, almeno a frenare l'emorragia che dissangua le flotte del Regno Unito.
Sia da parte politica che imprenditoriale sono state condotte alcune iniziative per dimostrare i vantaggi dell'introduzione della tassazione sul tonnellaggio. Molti esperti si rifanno all'esempio fornito dall'Olanda, dove la recente adozione di questo sistema di imposizione fiscale ha prodotto immediati benefici all'industria marittima nazionale. Gli armatori britannici sono convinto però che, oltre a vantaggi assicurati nel breve termine, la tonnage tax possa irrobustire la flotta della Gran Bretagna soprattutto nel lungo periodo. Lord Sterling, presidente della Peninsular & Oriental Steam Navigation Co. (P&O), ha sostenuto che l'adozione della tonnage tax rappresenterebbe la più importante spinta alla crescita dell'industria marittima degli ultimi vent'anni e renderebbe l'armamento nazionale nuovamente competitivo a livello mondiale. Se il nuovo sistema fiscale verrà approvato, P&O ha inoltre previsto di iscrivere 50 navi della propria flotta nel registro britannico, inclusa la Grand Princess, la nave crociera più grande del mondo che fa parte della flotta della compagnia Princess Cruises del gruppo P&O. Se questo proposito verrà attuato la P&O avrà oltre 100 navi sotto bandiera britannica, e la quota di tonnellaggio della propria flotta iscritta nel registro del Regno Unito crescerebbe del 75 per cento. Lord Sterling ha inoltre affermato che con l'incremento della flotta nazionale aumenterebbero anche gli ordini ai cantieri britannici. Chi sostiene la tesi opposta rileva invece che l'introduzione di questo sistema comporterebbe una immediata forte riduzione del gettito fiscale garantito dalle imprese marittime. Secondo costoro è inoltre oltremodo difficile valutare ora i reali frutti che tale novità produrrà nei prossimi anni.
Il regime fiscale britannico prevede attualmente prelievi pari a circa il 30 per cento del reddito delle imprese armatoriali, per un introito nelle casse statali stimato in almeno un miliardo di sterline.
Bruno Bellio
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