Riprendono lentamente e senza entusiasmo - l'entusiasmo che di solito s'accompagna alla ricostruzione - la vita e il lavoro in Jugoslavia. Durante i bombardamenti NATO, che sono iniziati in aprile, sono stati distrutti nel territorio jugoslavo numerosi ponti, con interruzione delle comunicazioni stradali e ferroviarie. In quel periodo gli operatori del trasporto combinato ferrovia - strada per raggiungere la Macedonia, la Grecia e le altre nazioni della penisola balcanica, hanno dovuto studiare delle rotte alternative, aggirando la Jugoslavia per poter raggiungere i loro clienti.
La linea più diretta tra le nazioni dell'Europa occidentale, la Macedonia e la Grecia via Sopron (Ungheria) passa in Jugoslavia, dove sono stati danneggiati due ponti sul Danubio, a Novi Sad e a Grdelica. I lavori per il ripristino del primo dureranno ancora un anno, e in questo periodo i treni merci circoleranno su una deviazione di 90 chilometri via Orlovat e Pancevo e si riuniranno alla linea principale a Belgrado. Invece il ponte di Grdelica era previsto agibile a partire dal prossimo 26 settembre, con ripristino del traffico ferroviario. Ma il primo treno, un convoglio dell'Intercontainer-Interfrigo, è transitato il 18 settembre, una settimana prima di quanto programmato, diretto a Fyrom e alla Grecia. Il treno era composto da 26 vagoni con 46 teu. E' partito dalla stazione hub di Sopron alle 07:00 del 18 settembre ed è arrivato tre giorni dopo alle 09:00 a Skopje (Fyrom) e nello stesso giorno, alle 22:00, a Salonicco.
In paragone alla rotta che passa in Romania, la sola alternativa possibile durante la crisi del Kosovo, i carichi spediti a Salonicco impiegano due giorni in meno, e per Skopje quattro. |
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