Il confronto a livello mondiale sul tema dei waterfront nelle città post-industriali, di cui abbiamo dato l'annuncio il 1° ottobre, è iniziato nell'università di Harvard nel Massachussets.
La discussione è stata avviata dal sindaco di Boston, Thomas Menino, dal sindaco di Sydney, Frank Sartor, dall'assessore all'urbanistica di Vancouver, Lynn Kennedy, e dal presidente della provincia basca di Bilbao, Josu Bergara Etxebarria.
Poi si sono succeduti gli interventi dell'assessore all'Urbanistica di Amsterdam,, Duco Stadig, di Shanghai, Xia Li Quing e dell'Havana Mario Coulel, che hanno presentato i rispettivi piani di trasformazione tra città e porto.
La mattinata di domani sarà incentrata sul caso Genova. Interverranno il presidente dell'Autorità Portuale, Giuliano Gallanti e dell'assessore all'Urbanistica del Comune, Bruno Gabrielli. L'interesse della cultura urbanistica per il piano regolatore dei moli di Genova si spiega con il fatto che è un caso senza precedenti: si tratta infatti del primo esperimento al mondo di pianificazione elaborata in accordo tra città e porto. Precedentemente le due aree, città e porto, erano su due pianeti diversi, senza alcun collegamento, e gli studi progettuali per una ignoravano totalmente l'altra. Sono state le scelte delle due amministrazioni genovesi, portuale e comunale, a trovare un legame tra porto e città.
Soltanto Le Havre, ricordano gli studiosi della materia, sta procedendo in questa direzione nell'elaborazione in corso del suo piano regolatore portuale. |
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