Anche nel Regno Unito i porti mettono in primo piano il tema della sicurezza, nonostante - almeno secondo quanto ha dichiarato il sottosegretario del britannico Department of the Environment, Transport and the Regions (DETR), Keith Hill - si tratti di un aspetto della vita portuale già sotto controllo. Tuttavia alcuni incidenti, come quello dell'arenamento della Sea Empress nel 1996, hanno dimostrato che c'è ancora molto da fare per il livello di sicurezza della vita umana e per preservare l'ambiente.
Gli esperti del governo britannico, come aveva anticipato lo scorso anno il ministro della Marina Mercantile Glenda Jackson, hanno lavorato nei mesi scorsi alla stesura di un codice di sicurezza dei porti marittimi, avvalendosi anche delle indicazioni fornite dagli operatori portuali.
Keith Hill ha ora annunciato che la normativa entrerà vigore all'inizio del 2000 e che il nuovo codice fisserà per la prima volta nella storia dei porti britannici delle norme di sicurezza che dovranno essere applicate a livello nazionale.
Vi sarà un nuovo approccio nella gestione della sicurezza nelle operazioni di sbarco, imbarco e accessorie che consenta di incrementare il livello di salvaguardia della vita umana, l'integrità delle navi e dei mezzi meccanici e preservi i carichi e l'ambiente. Il codice fornirà alle autorità portuali i mezzi giuridici per applicare le nuove norme. |
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