Giuristi e ambientalisti britannici si augurano che il processo sul disastro ambientale causato dall'arenamento sulla costa gallese di una cisterna carica di greggio - che inizierà domani - possa fornire una precisa traccia per i giudici che dovranno poi esaminare analoghi casi di inquinamento del mare.
Il caso in esame riguarda la petroliera Sea Empress che si arenò nei pressi di Milford Haven nel febbraio del 1996, con un carico di 130.018 tonnellate di greggio del Mare del Nord che trasportava ad una raffineria della Texaco. Lo sversamento del carico in mare provocò inquinamenti ad un lungo tratto di costa e causò la morte di fauna marina e di centinaia di uccelli. Tre anni dopo, nel gennaio del 1999, il tribunale di Cardiff multò la Milford Haven Port Authority di quattro milioni di sterline, più 825.000 sterline di spese legali, per il modo con cui aveva trattato il caso. L'ammenda, secondo il giudice David Steel, "rifletteva l'interesse pubblico".
A sua volta il Sentencing Advisory Panel precisò nella comunicazione alla Corte d'Appello che le ammende per danni ambientali dovrebbero essere messe in rapporto con i mezzi del convenuto. La comunicazione è interessante ma anche in un certo senso pericolosa, perché in sostanza afferma che in caso di grandi compagnie di navigazione le ammende dovrebbero essere "sostanziose", almeno quanto basta per costituire un reale impatto economico e, insieme con la cattiva pubblicità risultante dal processo, causare un cambiamento della politica dei vertici delle compagnie interessate. I tribunali inoltre potrebbero esercitare il loro potere per escludere i direttori delle compagnie dalle loro mansioni per precisi periodi temporali.
Un giurista dell'United Kingdom Environmental Law Association Practice and Procedure Working Party, ha detto che secondo l'opinione comune le sentenze relative a danni ambientali comportano condanne troppo lievi. «Comunque - ha detto - l'Agenzia per l'Ambiente dovrebbe capire chiaramente che il pubblico interesse dev'essere difeso perseguendo i casi più eclatanti di inquinamento, ad esempio dove gli scarichi inquinanti sono il risultato di tentativi di evitare inquinamenti maggiori, come nel caso della Sea Empress».
Il rapporto del Marine Accidents Investigation Board (MAIB) afferma, a proposito del disastroso inquinamento del 1996, che la causa immediata dell'inizio d'arenamento fu l'errore del pilota che doveva condurre la nave nella parte più profonda del canale d'accesso al porto.
La nave fu temporaneamente riportata in acque profonde ma a causa delle condizioni meteomarine si arenò nuovamente. I tentativi di rimetterla in mare provocarono un maggior inquinamento.
Il MAIB afferma che le grandi difficoltà, che prolungarono i tentativi di salvataggio, furono determinate da rimorchiatori di potenza insufficiente e dalla mancata conoscenza dei flussi di marea in quell'area.
Il risultato fu che, prima che la nave venisse rimorchiata e ormeggiata a Milford Haven, 71.800 tonnellate di greggio, più della metà del carico della Sea Empress, finì in mare.
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