Il Comitato Portuale di Trieste, con decisione unanime, ha assegnato il container terminal del Molo VII in concessione trentennale ad un gruppo formato dalla società slovena Luka Koper d.d., che gestisce il porto di Capodistria, da quella triestina Parisi, che opera nel Molo VI del porto giuliano, e dall'Impresa Portuale Trieste, che gestisce sempre a Trieste il terminal multipurpose Adriaterminal. Il Comitato dovrà comunque ratificare l'atto di concessione entro il prossimo 31 gennaio, quando terminerà la gestione del terminal da parte della società terminalista olandese Europe Combined Terminals (ECT). Il Comitato dovrà infatti approvare l'assegnazione del terminal ad una nuova società, che si chiamerà Trieste International Container Terminal (TICT), formata dalle imprese che hanno presentato l'offerta vincente. ECT sembra comunque destinata a rimanere al Molo VII, visto che con tutta probabilità sarà uno dei soci della nuova TICT: la società sarà partecipata con il 40% dalla Luka Koper, con il 30% dalla Parisi, con il 20% appunto dall'ECT, con il 4% dall'Impresa Portuale Trieste, mentre il restante 6% sarà riservato a investitori italiani.
L'offerta italo-slovena è stata preferita a quella avanzata dal porto tedesco di Rostock. Le due proposte - ha detto il presidente dell'ente portuale di Trieste, Maurizio Maresca - prospettavano lo stesso sviluppo del traffico, con una movimentazione di 206.000 teu nel 2001, 223.000 nel 2002 e 242.000 nel 2003. Ma da Capodistria è giunta un'offerta migliore dal punto di vista economico. Il canone annuo è fissato in 3,7 miliardi di lire, oltre ai quali si aggiungono investimenti in attrezzature.
Deve invece ancora essere raggiunto un accordo sul livello di occupazione, in particolare riguardo le 120 persone in "distacco" dell'Autorità Portuale, che dovrà essere discusso con i sindacati. Ma i posti di lavoro - ha spiegato Maresca - saranno comunque tutelati.
Secondo quanto previsto dagli accordi con la cordata italo-slovena, lo sviluppo dei traffici del Molo VII non sarà intaccato dalla concorrenza del container terminal del porto di Capodistria, che dovrà progressivamente ridurre la propria attività. Tra le limitazioni imposte ai partner del gruppo vincente c'è anche il divieto di ottenere una quota di maggioranza assoluta nella nuova società che dovrà gestire il terminal triestino. Sono limitazioni accolte tutt'altro che con favore da parte slovena. Ma anche a Trieste sono state espresse preoccupazioni sull'opportunità di assegnare la concessione ad una cordata guidata dalla "concorrenza" slovena. |
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