La Commissione Europea ha approvato oggi la strategia per far fronte ai danni causati all'industria delle costruzioni navali europea dalla concorrenza sleale dei cantieri sudcoreani. Tale strategia sarà proposta al Consiglio dei ministri dell'UE, in programma il 14 e 15 maggio prossimi.
Sulla scorta di quanto appurato nel corso della più recente indagine condotta dall'UE, i cui risultati sono stati resi noti nei giorni scorsi (inforMARE del 2 maggio 2001), la Commissione raccomanderà che il problema sia affrontato nell'ambito della World Trade Organization, con l'avvio da parte della WTO di una procedura di composizione delle controversie entro il 30 giugno, a meno che nel frattempo non venga raggiunta una soluzione amichevole. Nel contempo la Commissione proporrà al Consiglio di varare delle misure temporanee a sostegno dei cantieri europei che operano nei segmenti di mercato danneggiati dalle scorrette pratiche concorrenziali dei sudcoreani, cioè in quelli della costruzione di navi portacontainer, di chimichiere e di product tanker. Tali misure, che prevedono in determinate circostanze una soglia massima di aiuti pari al 14% del valore della costruzione, dovranno entrare in vigore in concomitanza con l'avvio della procedura in ambito WTO e dovranno durare per tutto il periodo necessario per concludere la procedura. Gli aiuti, nel caso siano in misura superiore al 6%, dovranno essere notificati alla Commissione e gli Stati membri dell'UE dovranno provare che tali sovvenzioni sono indispensabili per garantire che il contratto sia assegnato ad un'industria europea.
Commentando le decisioni della riunione odierna della Commissione, il commissario europeo al Commercio, Pascal Lamy, ha detto che «a seguito dei risultati della nostra indagine, che conferma i sospetti dell'industria europea, raccomanderemo al Consiglio che l'UE affronti questo problema con la WTO entro il 30 giugno. Anche se non è stata ancora chiusa la strada ad una soluzione amichevole con le autorità, l'orologio sta ora scandendo il tempo».
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