Non è per nulla confortante l'analisi delle Nazioni Unite sull'economia mondiale. Il rallentamento verificatosi negli Stati Uniti starebbe infatti continuando ad influenzare le altre economie, in particolare quelle in via di sviluppo e transizione. Questa fase di estrema incertezza sembra destinata a protrarsi anche nel secondo semestre di quest'anno.
Tali previsioni hanno condotto le Nazioni Unite a rivedere le proprie stime sulla crescita del prodotto interno lordo mondiale, abbassandola per il 2001 dal +3,5% al +2,5%, contro il +4% del 2000. La flessione degli scambi mondiali quest'anno sarà ancor più marcata.
Commentando il "World Economic and Social Survey 2001" redatto dall'organismo internazionale, che contiene queste poco rassicuranti conclusioni, il direttore della Development Policy Analysis Division delle Nazioni Unite, Ian Kinniburgh, ha detto che c'è stato un certo ottimismo riguardo al possibile perdurare anche nel 2001 della fase di ripresa, «ma - ha ricordato - come tutti sanno, quella fase è terminata ed è iniziata una discesa nell'ultimo trimestre del 2000. L'economia degli Stati Uniti ha sostenuto quella del resto del mondo nel corso dell'ultima crisi, ma ora sembra sia in fase di stallo o di rallentamento».
L'analisi delle Nazioni Unite, che è stata presentata ieri, sottolinea l'urgenza di riformare il sistema globale del commercio e l'architettura finanziaria internazionale «per facilitare lo sviluppo assicurando una crescita dell'economia mondiale meno volatile e più bilanciata».
All'orizzonte si intravede però un chiarore. Qualche miglioramento è infatti previsto per il 2002, con una crescita del prodotto interno lordo mondiale pari al 3%, mentre i commerci dovrebbero aumentare del 6,5%. Tutto però dipende - ancora una volta - dall'economia americana. Se il tasso di crescita USA è quest'anno destinato ad attestarsi sull'1,8%, nel prossimo anno potrebbe salire al 3%, consentendo un'accelerazione dell'economia mondiale nella seconda metà dell'anno.
Meno negativa la situazione in Europa, dove le economie dell'euro sembrano doversi attestare quest'anno su una crescita del 2,7%, contro il 3,4% del 2000. Nel 2002 l'aumento dovrebbe salire al 3%.
Da verificare la tenuta delle economie delle nazioni in via di sviluppo. Se lo scorso anno 73 sui 95 Paesi in via di sviluppo avevano totalizzato buoni incrementi del prodotto interno lordo (contro le sole 58 nazioni del 1999), qualche flessione si è invece già registrata alla fine del 2000.
La crescita dell'economia russa nel 2000 ha confermato il ciclo positivo avviato dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, con un +7,9%. E' però previsto un calo al +3,7% nel 2001. Altrettanto dovrebbe accadere per le nazioni dell'Asia orientale e meridionale - Cina ed India escluse - con una flessione dal +7% del 2000 al +4,1% quest'anno. Pechino dovrebbe invece mantenere un buon ritmo, passando dal +8% del pil nel 2000 al +7,3% del 2001. All'India è invece assegnato per quest'anno un tasso di crescita analogo a quello del 2000, che è risultato superiore al 6%.
Intanto un organismo delle Nazioni Unite, l'UNESCAP (United Nations Economic and Social Commission for Asia and the Pacific), ha preannunciato i primi risultati di uno studio che sarà presentato nel prossimo settembre e che prevede un raddoppio nel prossimo decennio del traffico container nei porti dell'Asia e dell'Oceania.
B.B.
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