La contrazione dei traffici transpacifici causata principalmente dal rallentamento dell'economia americana, che ha ridotto l'attività in numerosi porti sia della West Coast statunitense che del Far East, ha avuto un impatto negativo anche sul porto canadese di Vancouver, in cui il traffico si è ridotto del 3% nel primo semestre di quest'anno, totalizzando 38,4 milioni di tonnellate.
Nel periodo la movimentazione container è stata pari a 557.923 teu, con una flessione del 6% rispetto ai primi sei mesi del 2000, nonostante le importazioni (236.047 teu) abbiano mantenuto un buon ritmo, crescendo del 6%. «La forte domanda nazionale di prodotti asiatici - ha spiegato David Stowe, presidente della Vancouvere Port Authority - ha continuato ad alimentare la crescita del traffico di importazione di container pieni». Le esportazioni (269.502 teu) sono invece calate del 7%, mettendo in luce la tuttora debole domanda asiatica.
I prodotti forestali sono risultati anch'essi in diminuzione e si sono attestati su 3,6 milioni di tonnellate (-16%). Il traffico di legname (900.000 tonnellate) e quello di polpa di legno (1,7 milioni di tonnellate) sono calati rispettivamente del 13% e 16%.
La movimentazione di rinfuse solide (28,5 milioni di tonnellate) è complessivamente diminuita dell'1%, mentre la principale voce merceologica del settore, il carbone, ha registrato un incremento del 5% salendo a 15 milioni di tonnellate. Il traffico di cereali (5,6 milioni di tonnellate) è calato del 13% e quello di grano (3 milioni di tonnellate) del 34%.
Il comparto delle rinfuse solide ha guadagnato invece l'8%, con un consuntivo di 3,1 milioni di tonnellate. I prodotti petroliferi (1,8 milioni di tonnellate) sono aumentati del 26%, mentre quelli chimici (1,1 milioni di tonnellate) sono diminuiti del 12%.
Stabile è risultato il traffico crocieristico, che ha registrato però una flessione degli scali (-6%). |
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