In questi giorni l'assemblea dell'International Maritime Organization (IMO), che è riunita a Londra, ha nominato una serie di nazioni quali membri del suo Consiglio per il biennio 2002-2003. Fanno parte della prima categoria, che raggruppa le otto nazioni più coinvolte nelle attività marittime, i seguenti Paesi: Cina, Grecia, Giappone, Italia, Norvegia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. La seconda categoria, formata da nazioni con rilevanti interessi nel traffico oceanico internazionale, è composta da Argentina, Brasile, Canada, Francia, Germania, India, Olanda e Svezia. Alla terza categoria, relativa a Paesi con interessi nel trasporto marittimo, appartengono Australia, Bahamas, Cipro, Corea del Sud, Egitto, Filippine, Indonesia, Malta, Messico, Nigeria, Panama, Polonia, Singapore, Spagna, Sud Africa e Turchia.
Il 7 novembre 2002 entreranno in vigore gli emendamenti del 1993 alla Convenzione IMO che porteranno invece il numero dei membri del Consiglio a 40 nazioni. Il nuovo Consiglio dell'agenzia delle Nazioni Unite sarà allora formato da 10 Stati in ciascuna delle prime due categorie (a) e (b) e da 20 Stati nella terza categoria (c). L'assemblea ha inoltre eletto le nazioni deputate ad entrare nel Consiglio allargato il prossimo 7 novembre: della prima categoria faranno parte Panama e Corea del Sud (già presenti nel Consiglio), della seconda Bangladesh e Spagna (anch'essa già membro del Consiglio), e della terza Cile, Danimarca, Ghana, Honduras, Kenya, Libano e Venezuela.
Il Consiglio è l'organo esecutivo dell'IMO ed è responsabile della supervisione dell'attività dell'organizzazione. Nel periodo che intercorre tra le riunioni dell'assemblea, il Consiglio assume tutte le funzioni dell'assemblea con esclusione di quelle che implicano di sottoporre ai governi raccomandazioni sulla sicurezza della navigazione e sulla prevenzione degli inquinamenti. |
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