Il 16 e 17 settembre scorsi a Washington una delegazione del BIMCO, la prima organizzazione privata di compagnie marittime del mondo, ha incontrato i rappresentanti delle principali autorità statunitensi del settore della sicurezza, dell'immigrazione, del commercio e del trasporto. I colloqui sono stati incentrati sulle ripercussioni sul trasporto marittimo delle nuove misure di sicurezza predisposte e progressivamente messi in atto negli Stati Uniti dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001.
Commentando l'esito degli incontri, il presidente del BIMCO, Michael Everard, ha detto che «è imperativo comprendere che gli eventi dell'11 settembre 2001 hanno modificato il modo con cui le società effettuano business negli Stati Uniti». «Oggi - ha precisato - sono in atto diverse misure di sicurezza che impattano sullo shipping. Il nostro messaggio ai rappresentanti governativi a Washington è stato che noi, la comunità marittima internazionale, comprendiamo come ciò sia necessario. Tuttavia è essenziale che queste misure siano implementate in modi che non ostacolino i traffici e perciò lo shipping». «Le nostre preoccupazioni - ha aggiunto - sono state recepite e abbiamo percepito che è stato compreso l'obiettivo principale del BIMCO in questa circostanza».
In merito all'incontro con l'Immigration and Naturalization Service, Everard ha detto che il BIMCO continuerà a lavorare con le autorità statunitensi «per far sì che i nostri equipaggi che vengono negli Stati Uniti a bordo delle nostre navi possano avere la possibilità di scendere a terra se lo desiderano». «Siamo particolarmente dispiaciuti - ha sottolineato - del fatto che comuni marittimi siano catalogati come un potenziale rischio per la sicurezza». «Abbiamo discusso il problema dei visti dei marittimi a Washington - ha aggiunto - e abbiamo chiaramente espresso la nostra opinione che sarebbe sconsigliabile smantellare l'attuale lista del programma di Visa Waiver per gli equipaggi (programma di esenzione dal visto,
ndr) finché non sia stato messo in atto un nuovo sistema che tenga in considerazione anche le reali necessità dei nostri marittimi».
In particolare la delegazione del BIMCO ha espresso rincrescimento per i casi di equipaggi trattenuti a bordo nonostante fossero state espletate le formalità dei visti. «L'equipaggio - ha osservato Everard - è sovente nella miglior posizione per identificare lacune nei sistemi di sicurezza così come per individuare qualsiasi azione sospetta che possa essere collegata ad attività terroristiche o criminali. Da ciò deriva che l'equipaggio dovrebbe essere considerato come una risorsa, e non come una potenziale minaccia».
In merito al programma Container Security Initiative (CSI), durante l'incontro con le Dogane statunitensi il BIMCO ha manifestato scetticismo sulla norma che obbliga le navi che devono trasportare merci negli USA a depositare i manifesti di carico 24 ore prima di lasciare il porto estero in cui è stata caricata la merce diretta negli Stati Uniti. L'associazione ha messo in dubbio la capacità delle Dogane americane di effettuare le verifiche e di dare la risposta al vettore nelle 24 ore a disposizione.
Nel corso degli incontri si è discusso anche dei metodi di identificazione dei marittimi e dei costi degli agenti di sicurezza, sovente appartenenti a società private, posti a bordo delle navi dalle autorità americane per prevenire eventuali azioni terroristiche contro gli Stati Uniti.