Sembrano sussistere poche speranze che lavoratori portuali e utenti dei porti della West Coast statunitense possano raggiungere in queste ore un accordo che consenta di riavviare oggi il lavoro sulle banchine dei porti americani del Pacifico. L'attività è stata interrotta venerdì notte, quando la Pacific Maritime Association (PMA) - che rappresenta gli interessi delle compagnie di navigazione e dei terminalisti che operano nei porti della California, dell'Oregon e di Washington - ha allontanato i lavoratori dai terminal per indurre l'International Longshore & Warehouse Union (ILWU) ad accettare di estendere su base giornaliera il contratto di lavoro, ormai scaduto, fintantoché non sarà raggiunto un accordo per il suo rinnovo e per far sì che il sindacato si impegni a far cessare i blocchi e i rallentamenti delle operazioni portuali che hanno gravemente compromesso l'attività dei terminal. Gli incontri svolti nel corso del week-end hanno avuto esito negativo e non sono in programma altre riunioni tra i vertici della PMA e dell'ILWU.
PMA ha accusato il sindacato di aver ripetutamente rallentato e bloccato il lavoro nei terminal portuali, sollecitando un sempre maggior ricorso all'astensione dal lavoro nel corso dei cinque mesi di trattative per il rinnovo del contratto. In alcuni casi - ha specificato l'associazione - il lavoro è stato totalmente fermato, in altri la produttività è calata dal 25 al 90%, determinando lo stravolgimento delle schedule dei servizi marittimi, di quelli ferroviari e provocando l'accumulo delle merci sulle banchine dei porti di Seattle, Tacoma, Portland, Oakland, Los Angeles e Long Beach.
L'ILWU ha ribattuto che gli utenti portuali hanno voluto la chiusura dei terminal per screditare l'azione del sindacato, sviando l'attenzione dalla proposta del sindacato sull'introduzione delle tecnologie nei terminal, che l'ILWU ritiene del tutto ragionevole. Il punto saliente della proposta del sindacato - bocciata dalla PMA - consiste nel garantire che i nuovi posti di lavoro creati dalle nuove tecnologie siano destinati a lavoratori iscritti all'ILWU. Il presidente dell'organizzazione sindacale, James Spinosa, ha accusato il presidente della PMA, Joseph Miniace, di «aver mostrato la stessa mancanza di rispetto per il sindacato già dimostrata all'inizio delle trattative». «Costui - ha detto Spinosa - ha preso unilateralmente la decisione di chiudere tutti i porti ed ha la completa responsabilità dell'impatto di questa decisione sull'economia americana».
La Pacific Maritime Association ha invece rivendicato il diritto di poter fermare l'attività dei terminal se il sindacato - ha sottolineato PMA - continua ad organizzare modalità di lavoro che equivalgono a scioperi effettuati percependo lo stipendio. «Il rallentamento delle attività lavorative - ha detto Miniace - è il modo del sindacato di scioperare e vogliono essere pagati per questo».
L'associazione degli utenti portuali spera nella mediazione del sindaco di Los Angeles, James Hahn, che ha dichiarato la sua intenzione di incontrare la PMA e l'ILWU con l'obiettivo di facilitare un ravvicinamento tra le parti. Nonostante l'interesse mostrato dal primo cittadino di Los Angeles e di tutti gli esponenti del mondo del lavoro per un sollecito riavvio dell'attività nei porti, le banchine della West Coast anche oggi saranno però probabilmente deserte.