. Le febbrili trattative condotte ieri per cercare di raggiungere un accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori portuali, o almeno per prorogarlo su base giornaliera per consentire ai terminal di riprendere il lavoro, non sono approdate a nulla. Anzi, i vertici della Pacific Maritime Association (PMA), che rappresenta gli utenti dei porti, e del sindacato dei portuali ILWU (International Longshore and Warehouse Union) non si sono incontrati, lasciando però aperti altri canali negoziali non ufficiali, mentre Tom Edwards, manager della PMA, e James "Spinner" Spinosa, presidente dell'ILWU, ne hanno approfittato per ribadire nei comunicati diffusi ieri le accuse rivolte alla controparte. Nulla di nuovo, se non nella durezza dei toni.
Spinosa ha accusato la PMA di aver effettuato la scelta sbagliata decidendo di fermare il lavoro nei terminal e ha sostenuto che armatori e terminalisti hanno fatto dell'ingresso della tecnologia nel lavoro portuale il cardine del rinnovo del contratto di lavoro, mentre essi stessi - ha affermato - non sono neppure in grado di gestire un programma di rinnovamento tecnologico delle banchine. Secondo Spinosa i datori di lavoro non vogliono consentire che i posti di lavoro creati dalla tecnologia siano assegnati all'ILWU. «La loro ultima proposta - ha precisato - è stata: "noi non abbiamo davvero detto che vogliamo trasferire i posti lavoro al vostro sindacato; ciò che in realtà abbiamo detto è che vogliamo acquisire la nostra forza lavoro fuori». Ciò - ha sbottato Spinosa - «è assolutamente inaccettabile per l'ILWU; non faremo un passo in questa direzione, né ora né mai».
Secondo Tom Edwards, l'ILWU avrebbe chiesto invece agli utenti portuali di lasciar da parte la tecnologia. «E' come chiederci di buttare via il nostro computer e tornare alla macchina per scrivere elettrica. Ciò non succederà», ha detto il manager della PMA, che ha rinfacciato ai lavoratori portuali di usare ancora il gesso per segnare ed identificare i carichi e di ripetere più volte operazioni che potrebbero essere effettuate schiacciando un solo bottone. «Qui - ha ribadito - non stiamo parlando di hi-tech, stiamo parlando di tecnologia consolidata, che i nostri amici della Silicon Valley hanno sviluppato un decennio fa. Sul problema della tecnologia il sindacato non può mettere la testa sotto la sabbia. Questa tecnologia ha consentito a società come FedEx e UPS di crescere e prosperare. I porti nel mondo già la usano. L'ILWU non può spostare indietro le lancette dell'orologio. La carenza di tecnologia ha già creato notevoli colli di bottiglia nei porti e per noi non ci sarà possibilità di accogliere la prevista crescita di traffico dall'Asia senza la tecnologia. I principali porti in Asia e in Europa sono avanti a noi di almeno dieci anni. Sul serio, i nostri porti non possono continuare così».
B.B.